Salute

Da tutto il mondo per Papa Francesco: “Qui per dirgli che gli vogliamo bene”

Redazione 3

Da tutto il mondo per Papa Francesco: “Qui per dirgli che gli vogliamo bene”

Mer, 23/04/2025 - 12:48

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Un fiume silenzioso, eppure carico di parole non dette, si riversa da ogni angolo del mondo lungo via di Porta Angelica. È un’umanità composta e commossa, che avanza lenta, stretta in un abbraccio collettivo fatto di sguardi, rosari tra le dita, lacrime discrete. Sono migliaia, e continuano ad arrivare, i fedeli che oggi hanno deciso di lasciare ogni cosa per esserci, per rendere omaggio a Papa Francesco il pontefice venuto dalla fine del mondo che ha toccato i cuori con la semplicità, morto lo scorso 21 aprile all’età di 88 anni. ” Questo Papa- racconta all’agenzia Dire il signor Giovanni- mi è sempre stato simpatico. Fin dall’inizio del pontificato è andato a visitare i detenuti. Io facevo il volontario nel carcere minorile e la frase detta ai ragazzi, ‘Non lasciatevi rubare la speranza’, è una frase che ha trovato molto giovamento tra i giovani. È andato anche a fare il lavaggio dei piedi e purtroppo quando adesso è andato a Rebibbia si è giustificato che non poteva più fare la lavanda dei piedi. Però lui è andato sempre a soccorrere gli umili, anche i poveri intorno al Vaticano che sono sotto le coperte. Due anni fa sono andato alla mensa dei poveri, credevo che avrei servito proprio i poveri, invece c’erano tutti i direttori dell’Hilton. Avevo portato anche una statuina ed ero accanto al Papa, dovevo dare la statuina proprio al Pontefice ma c’erano delle persone con disabilità e ho dato precedenza a loro, ho fatto un passo indietro. Il mio ricordo è proprio quello di averlo visto da un metro di distanza”.  “Del pontificato di Papa Bergoglio- aggiunge il signor Giovanni- mi auguro che le persone ricordino tutte le cose fatte bene. Può anche aver fatto qualche cosa che ha dato fastidio, ma si devono ricordare le cose migliori, come quando una persona pecca e poi viene perdonata. Papa Francesco aveva detto ‘pregate per me’, quindi vuol dire che forse anche lui voleva un aiuto. È stato un uomo anche lui, però è stato molto stimato. Anche le uscite che faceva, andava a comprare gli occhiali in via del Corso, è andato alla chiesa in centro a Roma. Mi è rimasto simpatico fin da subito ed era sempre spiritoso”. Il signor Vincenzo porta sulle spalle il proprio figlio di 5 anni. “Mia moglie è qui perché lavora per un giornale straniero- dice- e anche noi che siamo di Roma abbiamo approfittato per partecipare a un momento che abbiamo vissuto con partecipazione. Venire dal Papa è una cosa che ha voluto fare anche mio figlio. Con un po’ di fatica ma è comunque una bella cosa poter essere più vicini in questa giornata. Il più bel ricordo di Papa Francesco – prosegue- è forse un po’ banale: in questi ultimi giorni la possibilità di vederlo insistere così ostinatamente per tornare tra la gente. Forse questa è la cosa che ha colpito di più anche noi vedendolo nella sua uscita a Pasqua. Si diceva ‘il Papa uscirà, il Papa uscirà’, ma per una persona che ha sofferto quanto ha sofferto lui non credo sia stato facile da sostenere. E questa è una cosa che resterà anche per noi”. Ma che papato è stato quello di Bergoglio. “In questi giorni- commenta il signor Vincenzo- si è sentito tanto parlare di un papato di cambiamento e rinnovazione. Forse è stato un papato in cui il Papa ha caricato su di sé tutta l’umanità che poteva per mostrare come la chiesa debba essere vissuta quotidianamente. Più che le grandi cose è stata la sua maniera di essere uomo in ogni momento”. Ma l’eredità di Francesco potrà influenzare le nuove generazioni di credenti? “Difficile dirlo. Avere un bambino che cresce vuol dire metterlo di fronte a tante sfide. Non so come mio figlio guarderà al mondo, c’è tanta distanza di età. Di questo Papa potrà forse ritrovare degli esempi con cui confrontarsi. Poi vedremo, c’è tempo”. In fila c’è anche la signora Elisa, giunta a Roma da Milano insieme a sua figlia. “Vogliamo dare l’ultimo saluto al Papa perché crediamo sia davvero una grande emozione. Mi piaceva il suo modo di parlare che aveva con i giovani, con noi adulti e con tutte le persone, indipendentemente dalla loro credenza. È stato un grande e ho scelto di trascorrere questi ultimi momenti potendolo vedere. È stato grandioso, umano, un papà per tutti, un punto di riferimento”. Viene dalla Sicilia il signor Mimmo. “Sono di Gela, in provincia di Caltanissetta- le sue parole- sono qui da una settimana e stamattina sto cercando di entrare per vedere il Papa. L’ho visto anche domenica e non stava affatto bene, stava giù. Siamo qui per dimostrargli il nostro affetto, non ho un ricordo particolare ma ogni volta che sono venuto a Roma sono andato dal Papa. L’ho fatto anche quando era ricoverato al Gemelli. Mi fa simpatia, era una persona umana con tutti. E per quello che sta succedendo nel mondo era perfetto. Spero- conclude- che il nuovo Papa sia almeno uguale a lui”. Alle 11 le porte della Basilica di San Pietro si sono aperte. Come un respiro trattenuto troppo a lungo, la folla ha accolto il momento con un silenzio sacro. All’interno, il corpo del pontefice è esposto alla venerazione dei fedeli. L’ultimo saluto, l’ultimo incontro con chi ha saputo parlare al mondo con misericordia e tenerezza prima dei funerali, in programma sabato. L’esposizione del corpo di Papa Bergoglio durerà tre giorni: oggi fino a mezzanotte, domani dalle 7 alle 24, e ancora venerdì, dalle 7 alle 19. È un pellegrinaggio dell’anima, un cammino di gratitudine e dolore, una veglia collettiva davanti a chi, per molti, è stato un vero e proprio padre.