Il governo Schifani conferma la doppia linea nei confronti della sanità privata, privilegiando i laboratori d’analisi e altre specialistiche, mortificando i Centri di dialisi, nonostante le 81 strutture svolgano un servizio salvavita a circa 4 mila pazienti in ogni parte della Sicilia.
L’assessore regionale alla Salute Daniela Faraoni e il dirigente generale del dipartimento pianificazione strategica Salvatore Iacolino hanno disatteso gli accordi che erano stati raggiunti già due anni fa e anche lo scorso anno. Era stato previsto un aumento costante nel corso degli anni dell’aggregato fino a ristabilire la quota di aggregato pari a 110 milioni di euro. Di fronte alle richieste delle associazioni della dialisi, che rivendicano rispetto e parità di trattamento, il governo continua a mantenere un doppio binario nel dialogo con gli operatori privati della sanità.
Nel corso dell’ultimo incontro, Faraoni e Iacolino hanno insistito sulla linea dura, no all’aumento del 3,5% nel 2025, come previsto dalla normativa nazionale e come proposto dalle associazioni della dialisi, che aumenterebbe l’aggregato di 3,8 milioni di euro. Per la dialisi, il governo Schifani è disposto a concedere appena 1,8 milioni di euro, con l’introduzione di due tetti nel decreto in fase di predisposizione e che sarà retroattivo al primo gennaio di quest’anno: 46% per le prestazioni di alta qualità e 54% per il resto con le tariffe più basse.
“Abbiamo partecipato a decine di riunioni tecniche spiegando in ogni modo la nostra posizione e arrivando a una ipotesi di accordo transitoria, in linea peraltro con la normativa nazionale – dicono il presidente e il vicepresidente di Ads, Giuseppe Verde e Livio Marrocco – L’assessorato purtroppo continua a fare orecchie da mercante, a sottovalutare le difficoltà dei centri di dialisi.
Ci sono appena 2 milioni di differenza tra la nostra proposta e la somma che vuole destinare il governo regionale che però appare irremovibile: si tratta di un atteggiamento inspiegabile nei confronti di chi ogni giorno è in prima linea per assistere i pazienti. Mentre assistiamo a uno stanziamento continuo e costante di maggiori risorse per i laboratori di analisi e per altre specialistiche, per i centri di dialisi si stanziano fondi esigui, insufficienti per le esigenze di un servizio che ha le tariffe bloccate da più di 20 anni”.