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Caltanissetta. Processo depistaggio, il pentito Riggio e l’uso dei social: “Dopo il richiamo del PM ho smesso di usarli”

Redazione 3

Caltanissetta. Processo depistaggio, il pentito Riggio e l’uso dei social: “Dopo il richiamo del PM ho smesso di usarli”

Mar, 08/04/2025 - 14:47

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“Dopo il richiamo del pm ho smesso di commentare sui social o fare qualunque interazione telematica. Diciamo che ci vado raramente sui social. Anche se adesso ci posso andare. E da quando posso andare, vado a vedere i social. Mentre, nel 2020”, dopo il richiamo del pm per l’uso dei social “dopo l’interrogatorio non ho più fatto uso dei social”. Lo ha detto il pentito di mafia Pietro Riggio, proseguendo il controesame al processo a a carico di due generali dei Carabinieri, due ex investigatori antimafia, Angiolo Pellegrini e Alberto Tersigni, accusati di depistaggio. Per la Procura di Caltanissetta, rappresentata in aula dal pm Pasquale Pacifico, i due ufficiali oggi in pensione, avrebbero depistato le indagini per riscontrare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pietro Riggio. I due, in particolare, avrebbero intralciato, secondo l’accusa, il lavoro dei pubblici ministeri, che stavano cercando riscontri alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia nisseno Pietro Riggio sulla strage di Capaci. Alla sbarra anche l’ex poliziotto Giovanni Peluso, imputato di concorso esterno in associazione mafiosa. Tersigni, 63 anni, difeso dall’avvocato Basilio Milio, e l’82enne Pellegrini hanno lavorato a lungo per la Dia. Pellegrini è stato anche uno storico collaboratore del giudice Giovanni Falcone. Il collaboratore di giustizia Riggio era un agente della Polizia penitenziaria quando venne arrestato il 10 novembre del 1998 con l’indagine ”Grande oriente”. Riggio ha poi raccontato, nel corso del controesame, di avere incontrato nel “2002/2003 Alfio Mirabile, l’ho incontrato in qualche circostanza. A Catania, e in altre parti. Interlocuzioni con Alfio Mirabile, dovuti a problemi di sistemazioni estorsive, dice. “Ma furono anche loro della famiglia Santapola a portarmi all’incontro con Ciccio La Rocca. Tutte queste vicende si collocano nel periodo che sono operativo 2002/2003, antecedente al mio arresto”.