MUSSOMELI. Da sempre nella vita e nella Storia, l’odio qualifica le persone disoneste perché il malvagio è incapace di immedesimarsi, con tatto e sensibilità umana nei problemi dell’altro. Il pregiudizio e l’esclusione dell’altro è un atto di violenza basato sul risentimento e sulla vendetta.

Non si fa mai abbastanza per ricordare l’orrore dell’olocausto e per coltivare la memoria delle sue vittime innocenti, per ricordare il sacrificio dei “giusti”, come quello della filosofa Edith Stein, ebrea tedesca, atea e convertita alla religione cattolica, beatificata e santificata con il nome di santa Teresa Benedetta della Croce.

Presso l’Istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Mussomeli, è stato presentato il libro “Guerre, deportazioni, dittature, eroi” di Guido Lorenzetti. Hanno portato i loro saluti la dirigente scolastica dell’istituto prof.ssa Alessandra Camerota e Salvatore Pelonero, presidente provinciale dell’Auser. Ospite gradito il dott. Mario Difrancesco, presidente dell’Anpi “Bella Ciao”, associazione che ha curato la memoria dei deportati mussomelesi. Ha presentato il libro e il suo autore, il sociologo dott. Pasquale Petix, rettore della Luse.
Guido Lorenzetti è nato a Milano nel 1938. Si è laureato in Scienze politiche con una tesi in Storia contemporanea. È figlio di Andrea Lorenzetti, vicesegretario del Partito Socialista clandestino durante la Resistenza, che fu arrestato per la sua attività antifascista nel marzo 1944 e deportato a Mauthausen, dove morì.
Guido Lorenzetti è vicepresidente della sezione di Milano dell’Aned, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti e consigliere d’amministrazione della Fondazione memoria della deportazione. Scrive per la rivista dell’Aned “Triangolo Rosso” articoli e monografie di carattere storico sulla seconda guerra mondiale e la deportazione.
Sinossi dal sito di Mimesis Edizioni: “Sono passati circa ottant’anni dalla Seconda guerra mondiale e molto è stato dimenticato. Per le generazioni più giovani questo non è vero, ma solo perché quegli avvenimenti non li hanno quasi mai conosciuti. Questo libro racconta storie straordinarie, legate soprattutto alla deportazione di milioni di donne e uomini di tutta Europa, strappati alle loro famiglie e alle loro case e mandati a lavorare come schiavi per sostenere lo sforzo bellico nazista. Alle storie di uomini coraggiosi, che sfidarono la morte per informare i governi occidentali di quello che succedeva nei lager, ottenendone un educato disinteresse, si intreccia quella esemplare degli ebrei danesi, che sfuggirono allo sterminio perché i loro concittadini “non si voltarono dall’altra parte” e li salvarono, diversamente da quanto accadde nel resto dell’Europa occupata”.
Lo scrittore Lorenzetti, durante il suo intervento, ha citato due deportati di Mussomeli, i signori Vincenzo Giardina, morto a Flossenbürg e Gaspare Morgante, deportato nei campi di concentramento nazista di Dachau, Buchenwald, Dora e poi liberato.
Vincenzo Giardina è stato un cittadino di Mussomeli, nato il 21 marzo 1912, e morto il 18 gennaio 1945 nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania. La sua vita è stata segnata da eventi tragici legati alla Seconda guerra mondiale e alla deportazione di italiani nei campi di concentramento nazisti.
Giardina è stato catturato durante la seconda guerra mondiale e successivamente deportato. Il suo nome è stato riportato in diversi documenti storici e memoriali ed è stato onorato con iniziative per commemorare le vittime della Shoah e gli italiani deportati.
Gaspare Morgante è una figura storica associata alla comunità ebraica di Mussomeli, in Sicilia, che subì persecuzioni durante il periodo fascista in Italia. Durante la seconda guerra mondiale e la realizzazione delle leggi razziali, molti ebrei italiani, inclusi quelli di Mussomeli, furono oggetto di violenze e deportazioni.
Morgante, come altre persone della sua comunità, subì queste ingiustizie, e la sua storia è un esempio delle esperienze difficili affrontate dagli ebrei italiani durante quel periodo buio della storia. La memoria di persone come Gaspare Morgante è fondamentale per comprendere le atrocità del passato e per promuovere la memoria storica.
La dirigente scolastica prof.ssa Alessandra Camerota ha voluto esprimere allo scrittore Lorenzetti “la sua sentita gratitudine per l’impegno e per la testimonianza offerta dal suo libro e dalla sua attività di divulgatore sulle deportazioni, che vivifica il ricordo di tantissime vittime innocenti dell’olocausto e che fa della memoria collettiva un baluardo etico contro la follia criminale del nazifascismo, monito educativo per le future generazioni”.