«Nel Sistema Sanitario Nazionale, la situazione degli infermieri è preoccupante: un quarto di loro è vicino alla pensione e uno su sei ha già lasciato le strutture pubbliche per intraprendere carriere come liberi professionisti o in cooperative. Questo rende la professione sempre meno attrattiva, come dimostra il calo del rapporto tra posti disponibili e candidati ai corsi di laurea in Scienze Infermieristiche, sceso da 1,6 a 1,04 negli ultimi cinque anni».
Lo afferma Domenico Amato, segretario nazionale di Confintesa Sanità, aggiungendo: «Secondo l’ultimo report della Fondazione GIMBE, l’Italia perde oltre 10.000 infermieri all’anno e si posiziona male nelle classifiche europee per numero di laureati e retribuzioni. La situazione è ancora più critica nel Sud, in particolare in Sicilia, dove il numero di infermieri è tra i più bassi d’Italia. Questo dato, che può sembrare freddo, nasconde una realtà drammatica: ospedali in difficoltà, turni estenuanti, aree scoperte e pazienti abbandonati. Nel 2022, l’Italia aveva solo 5,13 infermieri ogni 1.000 abitanti, ma nel Sud, e in particolare in Sicilia, la situazione è allarmante, con numeri che non riescono a soddisfare le esigenze di una popolazione sempre più fragile e anziana».
«In Sicilia il rapporto tra infermieri e popolazione è preoccupante, con circa 3,84 infermieri per 1.000 abitanti, un numero insufficiente per garantire un’assistenza sanitaria adeguata. Questa carenza è dovuta a una cronica sotto dotazione, aggravata da piani di rientro e vincoli di spesa che hanno bloccato nuove assunzioni, portando a un invecchiamento del personale. Attualmente, quasi un terzo degli infermieri ha più di 55 anni, e la percentuale potrebbe essere ancora più alta in Sicilia. Anche le università segnalano un calo dell’interesse per la professione infermieristica, con difficoltà a coprire i posti nei corsi di laurea. Questo scenario drammatico preannuncia un futuro incerto per la sanità siciliana».
Infine, Amato sottolinea: «Con l’aumento dei bisogni assistenziali, dovuti all’invecchiamento della popolazione e alle riforme del PNRR, la Regione si trova senza il personale necessario per affrontarli. Le Case e gli ospedali di Comunità, su cui si punta molto, rischiano di rimanere inutilizzati. Nel 2024, gli over 65 rappresentano il 24,3% della popolazione, e oltre 11 milioni di loro convivono con malattie croniche. Le previsioni ISTAT indicano che entro il 2050 queste percentuali aumenteranno ulteriormente, portando a un incremento esponenziale dei bisogni assistenziali».