




A Mussomeli, cinque giorni fa di domenica, c’è stata la festa e la processione di San Giuseppe, nella statua della Madrice. Ma, l’altro giorno del 19 marzo, anche molti lo hanno festeggiato, soprattutto in Sicilia, nel sud e nel nord d’Italia, e fuori dappertutto in Europa ed altrove. E rileggendo del Sorge, II Vol., mi viene da pensare che la prima volta per la statua di San Giuseppe per la Chiesa Madre, ne scrisse diverse volte per il periodo di 264 anni fa. Fu il sacerdote don Giovanni Mingoia, nel 1761, incaricato di trovare meglio di quello scultore di Antonio Lo Verde e che si fosse nel paese di Licata. Il 28 dicembre del 1761, l’arciprete, il vicario foraneo, i giurati, il segretario ed il “proconservatore”, radunandosi nella Madrice e nel “ceto delle maestranze”, eppure di quei falegnami di quel tempo, definiti come dei “mastri d’ascia” oppure dei “fabri lignarii”, e di quella nuova statua di San Giuseppe, ritenuta molto bella, lo chiamarono “Compatrone e glorioso Patriarca”, ed acclamando di “giubileo”, in cui iniziarono di quella prima processione nelle strade del nostro paese. Nell’anno successivo, al 9 marzo del 1762, così lo approvarono, sia dal Vescovo e dal Principe Giuseppe Lanza di Trabia, e si fecero subito di quella seconda processione del “Santo Patriarca”. Allora, i Predicatori Domenicani, visto che già non potevano fare più di quella processione della statua di San Giuseppe nella Chiesa di San Domenico, e che si era un po’ rovinata, soprattutto del Bambino Gesù, lo cedettero dal “Sabato del Popolo”, che si trovasse alla Chiesa Madre, ed in cui loro dei Domenicani, così, vi iniziarono, da quell’anno del 1763, nella “orazione panegirico” dal “Quarto di Sabato di Quaresima”. A proposito, che nella vecchia Chiesa della Madonna, quel San Giuseppe risalisse già alla fine del 1500, ed il Santo fu situato, guarda caso, proprio vicinissimo alla “Madonna dipinto nel sasso”, chiamata prima alla Madonna delle Grazie e, poi, dei Miracoli. Quasi cinquecento anni fa, si fece una processione di quel tempo lontano con San Giuseppe, con la statua ignota, tranne che fosse di uno scultore di Mussomeli(?), ma non è sicuro, e, tutto sommato, era molto interessante. Quando arrivarono i Domenicani, intorno a metà del 1700, costruirono una chiesa più grande, ed in particolare col Maestro domenicano Biondolill0, e lo sistemarono meglio di quadri e statue, tra cui, in particolare, di San Giuseppe nella cappella a fianco. E fecero solo, per pochi anni, della processione dei Predicatori del Santo, nonché, poi, decisero di sistemarlo, ma che, sappiamo, arrivò, appunto, dalla Madrice, nel 1761, nella nuova del “Patriarcato”. Sappiamo che c’è stata un’altra statua di San Giuseppe, ed è molto bella, fatta, sicuramente, dallo scultore Girolamo Bagnasco nella Chiesa di Santa Maria di Gesù. Allora furono gli agostiniani, attorno al 1770-80, ed avevano deciso, forse, di superarla dalla statua nella Chiesa Madre, e farci di un’altra processione!? Chi lo sa. Anche quello della parrocchia di San Giovanni Battista, c’è pure la statua di San Giuseppe nella cappella a sinistra, ed è piacevole, e probabilmente fu fatta fare allora dal sacerdote Pasquale Mulè (?), nella fine dell’800. Ci sono, ancora, quattro quadri del nostro Santo, e sempre molto interessanti, uno che si trova nella Chiesa di Sant’Enrico, e fatto dal pittore Salvatore Randazzo nel 1955; un altro che risale dalla seconda metà del Settecento nella Chiesa di Provvidenza; e due nella Madrice, di cui una si trova dentro nella Cappella a destra, e che è del periodo di circa dell’inizio del ‘900; l’altro, più piccolo, è più antico e particolarissimo, forse del ‘600, e che si trova nella parte di sopra della sagrestia. Ed, a proposito, concludendosi di quel nostro “glorioso patriarca”, vorrei esprimerci di quella fiducia di questo San Giuseppe, detto in latino da “Ite ad Ioseph”, riferimento di quella carestia in Egitto, disse la Bibbia (Gen 41,55) che il Nostro Padre aveva detto: “Andate da Giuseppe e fate quello che vi dirà”. Allelu (Foto delle quattro statue, quattro quadri, un dipinto molto meraviglioso del pittore Guido Reni (1635) all’Ermitage di Pietroburgo)
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