










Nei giorni scorsi di febbraio è stata aggiudicata la prima gara dell’impresa esterna per il consolidamento del costone roccioso del nostro “castello arabo-normanno”, ed a brevi, di circa un paio di mesi, tra marzo-aprile, dopo il loro contratto cominceranno così quei lavori necessari per salvaguardarglieli, al più presto, delle rocce del castello, sia in alto ed in basso, anche per evitare che si possano correre un pericoloso rischio, nonché di perderle, definitivamente, di quelle mura e dell’antica fortificazione. Speriamo, quindi, che tutto vadano meglio e che non dovrà succedere di qualche solito blocco dal secondo imprenditore!? A proposito, si sa, e da un po’ di anni, bisognava subito controllarle dalle strutture murarie, e, soprattutto, muoverli da quei gravissimi massi da dove erano già caduti diverse volte, sia sopra, nonché quelle di sotto dal costone, per cui erano estremamente fondamentali nella sicurezza delle pareti delle rocce. In particolare, con la importantissima spesa di 3,4 milioni euro dalla Regione Siciliana, che il Presidente Schifani e, specialmente, dal Direttore architetto Lizzio, hanno programmato rapidamente quella sicura determinazione, dandovi un “consolidamento del costone”, con riempimento delle sue fratture nelle pareti rocciose, eliminandogli, così, le eccessive infiltrazioni della pioggia; del “dissesto idrogeologico” con la sistemazione idraulica nel “torrente Borgitello” e nel “decespugliamento” nella zona del suolo, in cui verranno rimossi dai massi e dalle grosse pietre; nonché, almeno dappertutto, di una importantissima “classificazione di rischio”, oltre sulla incolumità della tutela, della valorizzazione ed originalità del “patrimonio artistico-monumentale” del nostro castello. Sono convintissimo, se non ci saranno ulteriori problemi serissimi, che i lavori, nonché dagli operatori particolari, dovranno quindi consolidarsi, completamente ed integralmente, dal costone della roccia intera. Per cui da tutti dei tipici sistemi, dentro e fuori, saranno così da stabilizzarsi e rafforzarsi delle enormi mura; ed eppure controllarseli di ognuno dai tetti, della torre, dalle finestre bifore dalle sale, dalla cappella, dalla sala delle armi e dalla scuderia del castello. Intanto, lo so, che sono pochi quelli che amano un pezzo della storia, del castello medievale, di quella “terravecchia”, e, come dire, di quel tempo dove non bisognerebbe perdersi della nostra vita, vicino e lontana. Anche tanti anni fa, dal 1984, dal 1990 e dal 2000, visto che scrivevo diverse volte su “Progetto Vallone”, per evitare che si si potesse perdere o distruggere di quel “castrum arabo-normanno”. Da mio consigliere comunale nel 1990, insieme al sindaco Rizzo ed altri, riuscimmo a togliergliele finalmente da quella “proprietaria del castello”, e cioè a tanti eredi dai principi di Lanza, di Trabia, di Spadafora e di altri, di cui quasi tutti non sapevano niente; oppure non ebbero mai alcun interesse di tornare in possesso di quella “antica fortezza” di mille anni fa, (e dal Comune, all’Ufficio particolare di Caltanissetta, gli liquidarono allora 100 milioni di lire ai loro parenti di Trabia, per evitare che qualcuno potesse farglieli bloccare da qualcuno!). Ed ottenemmo così, ufficialmente, dalla Regione Siciliana, il nostro “diritto di proprietà” del castello al Comune di Mussomeli! Furono fatti anche dei lavori essenziali, dal 1990 al 2000. Ma, soprattutto, di questi 25 anni fa, mi piacerebbe farglieli rivedere dalle foto in cui, attraverso al progettista ed al direttore dei lavori dall’amico architetto Crisostomo Nucera. Infatti, ne abbiamo parlato e programmato per discuterne dei lavori importanti da fare; e siamo anche saliti sul costone esterno, o come dire come fossimo già pure fuori, verso sud del castello; scesi dentro in quella Sala delle Armi ed in altre parti per quelle “tirante, testate incassate e delle rincocciature”, ecc., come se andassimo e capissimo, dappertutto, in “quella nostra casa del castello di tutti noi”! Non posso dimenticare, però, che l’ingegnere Gaeta, consulente tecnico, mi disse che per quei lavori erano giusti, ma che, però, sarebbe necessario di circa altri 50 metri, e di completarglieli oltre ai muri verso ovest, non più solo del “fianco sud-est”, ma, soprattutto, per il “fianco ovest”, nella zona in direzione del paese. Se allora quei lavori li avessero fatti in direzione ovest, non avremmo avuto grossi problemi. Ma, adesso come detto prima, si spera che inizino subito al più presto di quei lavori eccezionali, ed, in particolare, di quel nostro gran costone occidente, in cosiddetto nel “fianco di ovest”!