Salute

Mussomeli, contratto non rinnovato e la lunga lettera del dott. Mario Ricotta all’Asp di Caltanissetta

Carmelo Barba

Mussomeli, contratto non rinnovato e la lunga lettera del dott. Mario Ricotta all’Asp di Caltanissetta

Lun, 10/02/2025 - 10:46

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MUSSOMELI – Dal dott. Mario Ricotta RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:

“ Un anno con l’Asp di Caltanissetta

Come mi hanno impedito di aiutare i pazienti

Finalmente, rompo il silenzio. Decido di raccontare un anno con l’Asp di Caltanissetta.

Come mi hanno impedito di aiutare i più disagiati. Racconterò fatti a volte ridicoli, a volte meschini, a volte aggressivi, a volte disumani, a volte …. vedrete.

Come Silvio Pellico ha scritto “Le mie prigioni”, io scriverò “Un anno con l’Asp di Caltanissetta”, a cui forse cambierò il titolo. Spero che molti seguano questa vicenda che diventerà un libro anche con il concorso di chi partecipa a questo racconto. Spero che possa essere da stimolo per creare un movimento culturale coinvolgente e incisivo.

E mentre si sta assistendo a uno sconvolgimento dell’intero globo terrestre, come non si era visto dalla caduta del muro di Berlino e con la dissoluzione di diritti, regole, leggi che almeno per il mondo occidentale e cosiddetto democratico sembravano acquisiti per sempre, con demagoghi e sovranisti che sanno vendere bene il loro vuoto di idee a gente ipnotizzata e disattenta, mentre personaggi cattivi e bugiardi vengono votati perché cattivi e bugiardi, mentre i criminali governano la terra con guerre e devastazioni, e non si sa distinguere cosa è vero e cosa falso, e ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri, i profughi sono diventati ingombro, feccia, immondizia da eliminare ed è diventata una colpa essere umani, Io mi limito a raccontare una vicenda che mi tocca ma che tocca molto di più i disagiati, i più bisognosi. Ho dato ma ho ricevuto abbondantemente dai pazienti psichiatrici, psicotici, depressi, ansiosi, tossicodipendenti, da persone agli arresti domiciliari e li ringrazio.

Al direttore generale, Al direttore sanitario Al direttore amministrativo, al direttore di dipartimento, Al responsabile del personale, Al responsabile del CSM di Caltanissetta area nord, Al responsabile del SERD di Caltanissetta area nord

“Io, dottor Ricotta Mario, chiedo con umiltà le motivazioni per cui a me solo non è stato rinnovato il contratto libero professionale quale specialista in psichiatria con codesta Asp di Caltanissetta. Viene mortificata in tal modo in maniera pesante la mia persona e la mia professionalità.

Eppure, ho condotto dalla fine di gennaio del 2024 due centri di Mussomeli, il CSM e il SERD, rivitalizzandoli con risultati davvero sorprendenti che sono agli atti, sempre nel rispetto dei ruoli e in collaborazione con i responsabili del SERD e del CSM di Caltanissetta, con i quali ho ottimi rapporti. Questi risultati si sono ottenuti, nonostante la carenza di personale, nonostante l’assenza di numerose figure professionali, tra cui l’assistente sociale e con un orario ridotto della psicologa, nonostante ci sono stati, a volte, contrasti e intoppi da cui inevitabilmente ho dovuto difendermi. Il coinvolgimento entusiasta del personale infermieristico ha contribuito in modo determinante a far rifiorire i due centri tra i quali si era instaurato un connubio e una stretta collaborazione. Abbiamo dovuto inghiottire il dispiacere del trasferimento presso la COT di una infermiera, che col suo sorriso e la sua partecipazione sensibile è stata di grande aiuto ma anche il pensionamento dell’infermiera AA per cui i due servizi sono rimasti con un solo infermiere. In particolare, quasi tutti i pazienti del CSM hanno ottenuto miglioramenti notevoli, non solo con la terapia farmacologica accurata, attenta per evitare effetti collaterali, ma anche con l’ascolto non solo dell’udito ma degli sguardi, dei sorrisi, del tatto, degli abbracci, creando attorno ai più disagiati uno scudo di difesa che ci ha permesso anche di evitare dei TSO e risolvendo sul territorio situazioni davvero complicate. Abbiamo collaborato con la Prefettura, i magistrati, i sevizi sociali dei vari comuni che fanno capo a Mussomeli, di cui testimonianza sono le relazioni fatte; abbiamo collaborato con Casa Rosetta, con tanti loro pazienti in cura ed altre strutture sparse sul territorio. Ma anche al SERD si sono ottenuti risultati notevoli con un procedimento riabilitativo davvero proficuo, non solo con soggetti che spontaneamente avevano fatto ricorso al SERD ma anche con quelli mandati dal tribunale o dalla prefettura, tra i quali soggetti agli arresti domiciliari di cui gli infermieri sono testimoni e protagonisti. Attualmente, alcuni soggetti agli arresti domiciliari, con il permesso del giudice, frequentano il centro. Si può lasciare in sospeso la loro riabilitazione? Almeno su questo bisogna dare una risposta.

Nonostante tutti questi risultati ottenuti, impegnando due giorni al CSM e due giorni al SERD di Mussomeli, l’ultimo mese ho collaborato direttamente con il CSM di Caltanissetta, viaggiando un giorno la settimana. Prima di allora, nel mese di novembre e di dicembre, ho lavorato quotidianamente, nonostante il difficile e faticoso viaggio da Mussomeli a Caltanissetta presso l’SPDC del S. Elia, anche con delle ore in più rispetto a quelle che mi pagava l’ASP. Nel mese di gennaio, ma anche febbraio marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, nonostante tutti questi impegni presso il CSM e il SERD di Mussomeli, ho continuato a lavorare per quattro volte al mese e 12 ore a volta presso l’SPDC di Caltanissetta sacrificando notti e festività, fino a raggiungere nel marzo scorso quasi 40 ore di seguito tra SERD, CSM ed SPDC senza riposo, al limite delle possibilità umane. Il mio impegno non è mancato nemmeno nell’agosto scorso con tutto quello che è successo di cui non posso assumermi responsabilità alcuna. Non posso assumermi la responsabilità che è di altri. Ci sono documenti, chat, testimoni che lo confermano. Almeno si sarebbe dovuta evitare l’amplificazione che se ne è fatta. Le mie iniziative erano solo difensive. Io ho collaborato in ogni modo ed intendevo collaborare, nei limiti delle possibilità umane. L’ASP ha deciso di interrompere tutto questo lavoro, di creare disagi in tutti i pazienti di Mussomeli e dei paesi dei dintorni, lontani da Caltanissetta? Ha deciso di annullare tutte quelle visite già prenotate fino al 1marzo? Ha deciso che i piani terapeutici vengano firmati a Caltanissetta? Che devono venire a Caltanissetta per un certificato per la patente di guida, per il porto d’armi, per l’Inps? Che si interrompa il processo riabilitativo di quei ragazzi agli arresti domiciliari? Che venga meno la collaborazione iniziata direttamente col CSM di Caltanissetta? Che il CSM di Caltanissetta, già intasato di visite e di prenotazioni con un personale ridotto debba sobbarcarsi questi altri pazienti? Se ho lavorato fino a tal punto è solo per amore. Non è retorica, perché io amo questo lavoro, perché io mi immedesimo nella sofferenza degli altri. Lo faccio con passione, con dedizione, anche se mi costa sacrificio. Se, nonostante il misero compenso di 40 euro lorde all’ora che al netto sono 15 euro l’ora, nonostante tutti gli ostacoli e le incomprensioni che ho avuto, ho resistito perché amo questo lavoro. Perché questo lavoro può avere successo solo se all’abilità professionale si associa sensibilità umana e amore verso gli altri.

Chiaramente, agli occhi del mondo e della vostra coscienza, l’ASP si assume tutta la piena responsabilità di porre fine a questa esperienza davvero produttiva e di creare di nuovo il vuoto sul territorio? Non vi pare che l’umiliazione a cui mi avete sottoposto debba avere delle risposte? Mi chiedo ancora chi si occuperà di questo territorio e dei bisogni delle persone del territorio che non si limita solo ai paesi del distretto, ma anche ad altri paesi della provincia e oltre sollevando in parte la pressione sul CSM di Caltanissetta, già molto intasato? Qualcuno concluderà gli appuntamenti già dati e relazionerà sull’attività riabilitativa di quei ragazzi al SERD rimasta a metà? Con animo limpido e senza rancore nei confronti di alcuno rispetto ogni decisione che sia nell’esclusivo interesse dei pazienti, in attesa di una risposta. Del resto auguro ogni bene per tutti. Questa lettera spedita in PEC non ha avuto una risposta. Rispedita nuovamente, non ha avuto risposta. Non ho avuto risposta alcuna alle mie reiterate richieste. In una nuova PEC scrivevo: “Chiedo che mi venga allora rinnovato il contratto libero professionale nell’interesse innanzitutto dei pazienti e dell’Asp, almeno fino quando non si trova una valida sostituzione. In questi giorni si è verificato un disservizio, sono stati disdetti quasi tutti gli appuntamenti, pazienti compensati rischiano di nuovo di scompensarsi”. Io aspiro ad una reale collaborazione con l’Asp. Abbandonare tanti pazienti nel momento in cui si erano ottenuti dei risultati non è da responsabili. Penso, almeno, che sia così. D’altronde il colloquio è sempre proficuo, chiarisce, arricchisce. Sono pronto a qualsiasi chiarimento. Sono uno scrittore, forse non tanto valente, e vado, per mia natura, a fondo nelle cose. Distinti saluti Mario Ricotta

Sono stato dibattuto prima di fare questa scelta, di raccontare questa vicenda.

Ho tentato di costruire, inutilmente. E’ una pretesa assurda chiedere chiarimenti dopo aver creato disguidi per la mia passione, il mio zelo, la mia sensibilità nel lavoro? Mi scuso ancora umilmente e cospargo la cenere in testa? Non mi permetterei mai di considerare un tale silenzio segno di arroganza, di sufficienza! Un potere forte, che si rispetti, si interroga, si mette in discussione, se non vuole essere arrogante, chiarisce se non vuole essere cieco, perché ha a cuore il benessere di tutti, specialmente dei più fragili. Non oso pensare, anzi ne sono convinto, che molti di quelli che amministrano il potere hanno sensibilità e umanità. Anche loro vivono problemi e disagi.

Sanno di non essere i padroni dell’Asp! E però non mi hanno risposto, forse non hanno nemmeno letto la mia lettera. Non conoscono bene i fatti ed io, mio malgrado, sono costretto a farglieli conoscere in questo modo. Devo ringraziare comunque l’Asp che mi ha dato ispirazione e materiale per un nuovo libro. Dopo “Racconti imperfetti” con traduzione in inglese dell’istituto Carlo Bo” di Bologna che sta per uscire, dopo o forse anche prima de “La seconda parte della ia santità” uscirà “Un anno con l’Asp di Caltanissetta” con il contributo di quanti saranno coinvolti nei social e nella stampa. Che rimanga a monito di comportamenti discutibili anzi inqualificabili e distruttivi di certe ASP. “ (testo integrale pervenuto)