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Caltanissetta. Celebrazione San Francesco di Sales, Mons. Onofrio Castelli incontra i giornalisti nisseni: “Siate al servizio della verità per il bene di tutti”

Nunzia Caricchio

Caltanissetta. Celebrazione San Francesco di Sales, Mons. Onofrio Castelli incontra i giornalisti nisseni: “Siate al servizio della verità per il bene di tutti”

Sab, 01/02/2025 - 14:18

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Suscitare domande, smuovere le coscienze, essere a servizio della verità per il bene di tutti, tirare fuori le menti dall’oblio e far sperare le persone. È questo l’insieme di compiti che il giornalista è chiamato a svolgere ogni giorno, ed è attraverso questo messaggio che mons. Onofrio Castelli, Vicario Generale della Diocesi di Caltanissetta, ha celebrato questa mattina, 1° febbraio, la santa messa in nome di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e dei comunicatori.

“Ciò che anima voi giornalisti è la volontà di svolgere il vostro compito non solo con le competenze, ma per il bene di tutti – ha dichiarato Mons. Castelli –. Siate al servizio della verità, affinché interrogandoci, cercando, si possa fare luce. Avete il compito di tirare fuori le persone dall’oblio e di riuscire a far sognare e a sperare le persone.”

Ai comunicatori non spetta per forza il compito di avere la risposta pronta, ma quello di suscitare le giuste domande, senza avere paura di far perdere equilibri o di toccare argomenti delicati. La capacità di porre quesiti è uno dei tratti della grandezza dell’uomo.

A precedere la santa messa un momento di riflessione e di dialogo con i giornalisti presenti, dove sono stati affrontati vari argomenti, partendo dal messaggio che il Papa ha rivolto ai giornalisti a Roma durante il Giubileo del Mondo della Comunicazione, esperienza vissuta dalle giornaliste Fiorella Falci e Marcella Sardo, che hanno condiviso durante il momento di confronto.

La parola comunicazione mette in comunione fatti e persone. Si è lottato per conquistare la libertà di pensiero, di stampa, nonostante, ancora oggi, non sia garantita in tutto il mondo. Essere un comunicatore significa essere un mediatore tra i fatti e le persone, dove il messaggio da inviare deve porre le basi sulla verità e sulla speranza, facendo affidamento su un coraggio, quello del giornalista, che abbia la capacità e la pretesa di muovere, di provocare. In un tempo lacerato dalla disinformazione, dalla polarizzazione, come lo stesso Papa ha affermato, il lavoro dei giornalisti è necessario, il loro impegno è mettere al centro della comunicazione la responsabilità personale e collettiva verso il prossimo. Il giornalista deve disarmare l’informazione aggressiva, che suscita odio, rancore, pregiudizi, che non genera speranza; la sua missione è valoriale e veritativa e deve essere in grado di scrivere un percorso che sappia rendere tutti gli uomini compagni di strada, affinché si possa riaccendere la speranza in un tempo troppo calpestato, indifferente. Il Papa, nel suo messaggio durante il Giubileo, ha affiancato la figura del giornalista a quella dei cercatori d’oro, che setaccia instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita e quando la trova è consapevole che è un seme di speranza. E proprio come un cercatore d’oro, ogni giornalista, ha il compito di scovare il bene delle storie, questo seme di speranza che va offerto al mondo e lo aiuta a essere meno sordo al grido degli ultimi, affinché si possa riscoprire l’importanza del camminare insieme.