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Striscioni davanti alle carceri siciliane, Antudo: “Amnistia subito”

Redazione 3

Striscioni davanti alle carceri siciliane, Antudo: “Amnistia subito”

Gio, 02/01/2025 - 11:03

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“Gli istituti penitenziari sono sovraffollati e la tensione è alle stelle. Nel frattempo il governo nazionale propone disegni di legge come il ddl Sicurezza per punire il dissenso, aumentare i reati punibili col carcere e abolire il reato di tortura. È necessario invertire la rotta. Bisogna fare luce sulla condizione carceraria a partire dalle continue proteste nelle carceri siciliane e dai casi di abusi da parte degli agenti penitenziari, come insegna purtroppo il recente caso di Trapani. I governi recenti hanno dimenticato quanto forme di amnistia ed indulto abbiano ridato vita a migliaia di detenuti”. Nella giornata di capodanno la rete Antudo si è data appuntamento davanti alle carceri siciliane: “Abolire il carcere, amnistia subito”, si legge negli striscioni piazzati nei pressi degli istituti di pena siciliani. Una scelta del giorno simbolica. “Il 2024 è alle spalle ma non dimentichiamo i numeri da strage. Sono 243 le morti totali in carcere, numero da record; sono 88 invece i suicidi. Fare luce sulla condizione carceraria vuol dire accostare questo numero, seppur già alto, con un altro molto spesso dimenticato, vale a dire i 2.034 tentativi di suicidio avvenuti. Questo ci dice molto della vita che si conduce in carcere – dicono dalla rete del collettivo siciliano – Con il tasso di sovraffollamento ancora al 132,6%, in un istituto su tre ogni detenuto non ha diritto nemmeno a uno spazio di 3 metri quadrati. Sul fronte del trattamento diretto ai detenuti i numeri parlano chiaro: sono oltre 200 gli operatori penitenziari attualmente indagati, imputati o già passati in giudicato all’interno di procedimenti che riguardano episodi di tortura e violenza avvenuti nelle carceri italiane. Non stupiscono, quindi, le proteste: sono 14.142 gli episodi di protesta individuali e collettive”. Secondo la rete siciliana Antudo è indispensabile avviare dei percorsi di abolizione del carcere e prendere iniziative urgenti sul tema: “Gestire i conflitti della società attraverso uno strumento come il carcere che causa isolamento e violenza è un abbaglio. Il carcere è profondamente messo in discussione dai dibattiti più recenti in ambito internazionale, ma il governo italiano è rimasto indietro. Adesso è necessario guardare avanti e non rimanere ancorati ad un sistema irriformabile e superato. Parlare di abolizione dello strumento carcerario implica pensare un sistema che non si basa sulla punizione e la violenza, ma sulla dignità e sulla cura”.