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Trump, respinta la richiesta di archiviazione al processo per frode

Nessuna archiviazione per Donald Trump condannato a pagare centinaia di milioni allo stato di New York. Lo ha annunciato l’ufficio del procuratore generale di New York non accogliendo così la richiesta del presidente eletto. “Il peso del procedimento civile non costituisce un impedimento per i compiti ufficiali del presidente” e quindi non viola la Costituzione, si legge nella lettera inviata dalla vice procuratrice generale, Judith Vale, all’avvocato di Trump, John Sauer.  Lo scorso febbraio il giudice Arthur Engoron ha condannato Trump e i suoi figli adulti che ora guidano la Trump Organization, a pagare 355 milioni di dollari, più interessi, dopo averli ritenuti colpevoli di aver portato avanti per anni un sistema di frode sul valore dei loro immobili per avere vantaggi fiscali e con i prestiti bancari. I legali di Trump hanno fatto ricorso contro la decisioni e a marzo hanno ottenuto una drastica riduzione della somma da pagare allo stato di New York, da 464 milioni a 175. Anche contro questa sentenza è stato presentato ricorso e ora si aspetta una decisione della corte di appello.  Dopo la vittoria elettorale, Sauer, che intanto è stato scelto da Trump come prossimo Us solicitor generale, l’avvocato che rappresenta il governo federale di fronte alla Corte Suprema, aveva chiesto l’archiviazione anche del processo per frode, dopo quella dei due processi penali federali e quella sempre più probabile del processo penale, sempre a New York, per la vicenda legata a Stormy Daniel. Ma ora gli è stato risposto che quelli erano appunto casi penali, ma quello in questione è civile e quindi gli altri problemi penali del presidente eletto “sono irrilevanti”.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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