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Siria, Khamenei accusa Israele e Usa: “Il piano è loro”

AdnKronos

Siria, Khamenei accusa Israele e Usa: “Il piano è loro”

Mer, 11/12/2024 - 09:28

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(Adnkronos) – Nuove accuse a Israele e Stati Uniti dalla Guida Suprema dell’Iran, Ali Khamenei. “Uno dei Paesi vicini alla Siria ha avuto un ruolo” nel rovesciamento del regime, ma “i principali responsabili del piano sono gli Stati Uniti e il regime sionista”, ha detto Khamenei nel suo discorso incentrato sugli sviluppi in Medio Oriente, il primo dopo la fine dell’era Assad in Siria. Lo riferisce l’iraniana Press Tv. L’Iran è stato uno dei più forti sostenitori di Bashar al-Assad. “Non dovrebbero esserci dubbi sul fatto che quanto accaduto in Siria è il risultato di un piano congiunto” di Usa e Israele, ha affermato Khamenei, sostenendo che la Repubblica Islamica ha “le prove”. “Sì, un Paese vicino della Siria ha chiaramente avuto un ruolo in questa vicenda e continua ad averlo, è visibile a tutti – ha affermato Khamenei, senza puntare esplicitamente il dito contro la Turchia – Ma il principale responsabile del complotto, della pianificazione e il centro d comando sono in America e nel regime sionista”. “Abbiamo indicazioni che non lasciano spazio a dubbi per arrivare a questa conclusione”, ha sostenuto. I ribelli siriani hanno intanto annunciato di aver preso la città di Deir Ezzor, nell’est del paese. “Le nostre forze hanno catturato l’intera città di Deir Ezzor”, hanno detto i ribelli in un comunicato. L’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) ha segnalato che le forze curde si erano ritirate verso le città circostanti, prima della presa del potere da parte dei combattenti arabi locali che si sono uniti alle fila dei ribelli dopo la loro offensiva lampo lanciata il 27 novembre. “Resteremo solo fino a marzo del 2025. Il debito è enorme, la sfida ciclopica”. E “garantiremo i diritti di tutte le genti e tutti i popoli della Siria”, dice intanto Muhammad al Bashir, che ha dato al Corriere della Sera la sua prima intervista a un media occidentale. Indica tre obiettivi per la Siria del dopo-Assad, ovvero “ristabilire la sicurezza e la stabilità in tutte le città” perché “la gente è esausta di ingiustizia e tirannia”, far “tornare i milioni di profughi siriani che sono all’estero” perché “la Siria è ora un Paese libero” e un lavoro “a livello di pianificazione strategica” perché “i siriani non possono vivere nella precarietà di servizi essenziali come elettricità, pane e acqua”. “Sappiamo di ereditare un’amministrazione elefantiaca tormentata dalla corruzione. In fondo il regime si è divorato da solo, ma nel frattempo la gente viveva male – dice dopo aver incontrato ieri mattina “tutti gli ex ministri per cominciare il lavoro”, ad eccezione di Interni e Difesa, in un “clima di collaborazione” – Nei forzieri ci sono solo sterline siriane che valgono poco o niente”. E, “quindi sì, finanziariamente stiamo molto male”. Sui diritti, che promette saranno garantiti, osserva che “comportamenti sbagliati di alcuni gruppi islamisti hanno portato molte persone soprattutto in Occidente ad associare i musulmani al terrorismo e l’Islam all’estremismo”. “Si è trattato di comportamenti errati e di mancanza di comprensione – afferma – Così è stato travisato il significato di Islam, che è ‘religione della giustizia’. E noi proprio perché islamici garantiremo i diritti di tutte le genti e tutti i popoli della Siria”. In politica estera, “non abbiamo problemi con nessuno, Stato, partito o setta, che si sia tenuto lontano dal regime di Assad assetato di sangue”. E alla domanda se sarà “islamica” la nuova Costituzione, risponde: “Chiariremo i dettagli durante il processo costituente”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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