Cronaca

Sicilia. La sfida green delle Università di Catania e Palermo con il progetto “S3 CAMPUS”

I campus universitari di Palermo e Catania come dei grandi laboratori di mobilità sostenibile e innovativa, che punta al rispetto dell’ambiente e si concretizza nella sperimentazione di buone pratiche esportabili poi all’esterno.

Questo è ‘S3 Campus’, progetto finanziato dalla Regione Siciliana attraverso i fondi Poc e realizzato da una compagine associativa che vede come capofila Acea Innovation e che comprende anche: Cerisvi, Colombo, Gap, GruppoMega, Europrosvi, LiveSicilia, Softec e le Università di Catania e Palermo.

S3 Campus, il meeting

I contenuti del progetto, che è già in fase avanzata, sono stati illustrati nel corso del convegno ‘S3 Campus, la sfida Green delle Università di Catania e Palermo tra innovazione e sostenibilità sostenuta dalla Regione Siciliana’, che si è svolto nell’aula Capitò della facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo. A ragionare e ad illustrare agli studenti ‘S3 Campus’, percorso pilota dedicato alla transizione digitale ed al rispetto ambientale tramite sistemi e servizi di ultima generazione, sono stati gli attori che hanno messo in piedi il progetto che punta soprattutto sulle piattaforme innovative ad alta tecnologia sfruttando anche l’intelligenza artificiale e le sue molteplici possibilità di applicazione.

Gli obiettivi

L’obiettivo finale è la realizzazione di una piattaforma integrata che consentirà a studenti, docenti e personale amministrativo dei due atenei di accedere a dispositivi digitali flessibili e interconnessi, migliorando così la qualità della vita all’interno delle comunità universitarie e sensibilizzando le nuove generazioni ai temi ambientali ed energetici. Innovazioni che vanno dalle colonnine intelligenti per le ricariche elettriche delle auto ai sistemi per una mobilità pubblica più a misura di cittadino.

I saluti istituzionali

L’incontro è stato aperto dai saluti di Livan Fratini, direttore del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Palermo: “Per noi quello di oggi è un momento importante – ha spiegato – perché celebriamo la visione dei nostri colleghi che hanno espresso la volontà di fare parte di un progetto con partner autorevoli per ottenere traguardi tangibili e innovazioni utili alla città”. Pietro Alongi, assessore all’Ambiente del Comune di Palermo, portando i saluti del sindaco, Roberto Lagalla, ha ricordato che le università “giocano un ruolo importante nella sfida ambientale che riguarda ogni cittadino”.

Maurizio Cellura, direttore del Centro di sostenibilità e transizione ecologica dell’Università di Palermo, ha posto l’accento sull’importanza strategica del “disseminare buone pratiche attraverso forme reticolari. Tutto questo con un occhio anche ai cambiamenti climatici, “per i quali il Mediterraneo – ha spiegato – sta diventando un hotspot”. Si tratta di iniziative coerenti con quelle portate avanti da RUS Sicilia, la Rete delle Università Siciliane per lo Sviluppo Sostenibile – di cui Cellura è Coordinatore-. Grazie a iniziative come ‘S3 Campus’, però, lo stesso Mediterraneo “diventa luogo di sperimentazione per buone pratiche in chiave sviluppo sostenibile”. Cellura ha poi concluso: “Il lavoro sinergico e reticolare, che non lascia indietro nessuno, è fondamentale e progetti come questo vanno nella giusta direzione”.

L’esperienza del progetto sul fronte catanese, con l’obiettivo dell’applicazione ‘Moovle’, è stata illustrata da Giuseppe Inturri, ordinario di Trasporti e delegato del Rettore per la mobilità dell’Università di Catania: “La transizione digitale può creare nuove opportunità economiche ma va orientata verso la sostenibilità – ha evidenziato -. A Catania vogliamo realizzare un unico strumento che integri le diverse modalità di trasporto sotto a un accesso unico al servizio. Il nostro ateneo muove 40mila studenti, per 14 milioni di spostamenti annui e una produzione di circa seimila tonnellate di CO2 – ha continuato Inturri -. Le politiche di mobility management messe in campo dall’Ateneo di Catania hanno l’obiettivo è ridurre questo impatto”.

Giuseppe Di Dio, del centro di ricerca Cerisvi – che svolge attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale – è entrato nel dettaglio del progetto ‘S3 Campus’: “La sfida dei prossimi anni si giocherà sul terreno dell’innovazione – ha affermato -. Siamo impegnati nella creazione di un’unica piattaforma che metterà insieme i dati sulla mobilità e i comportamenti degli studenti per dare vita a servizi innovativi dedicati ai campus universitari di Palermo e Catania”.

Il direttore di Acea Innovation, Federico Testa, ha illustrato invece le azioni dell’azienda nella sperimentazione delle colonnine elettriche intelligenti per le ricariche auto attraverso dei sistemi innovativi che, alle normali app e al riconoscimento tramite badge, aggiungono anche un sistema di riconoscimento dell’utente attraverso la targa. “Le università di Palermo e Catania rappresentano per noi degli ambienti perfetti per sviluppare le nostre innovazioni”, ha sottolineato Testa. Acea, capofila del progetto, si è avvalsa del coordinamento della Dott.ssa Serena Dell’Aira, punto di raccordo tra i partners per la programmazione e calendarizzazione delle attività.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’apporto di Softec Spa, rappresentata da Massimo Furoni, Chief Digital & Strategy Officer Softec Spa, che ha illustrato il progetto di monitoraggio della qualità dell’aria e dei comportamenti all’interno dei campus universitari. “Vengono fuori dati molto interessanti e utili per indurre comportamenti più consapevoli sotto il profilo del rispetto ambientale – ha osservato -. Tutto questo confluisce nella messa in campo di una serie di strategie per migliorare l’esperienza universitaria”.

“L’ambiente e l’aria che respiriamo hanno un impatto significativo non solo sul comfort, ma anche sul livello di concentrazione e sulla produttività scolastica degli studenti e di tutto il personale scolastico. – ha aggiunto Furoni – I dati di benessere ambientale raccolti con la sensoristica IoT installata nel Campus consentiranno di visualizzare in una dashboard analitica una serie di KPI e assumere decisioni consapevoli per regolare al meglio l’affluenza nelle aule, i sistemi di ventilazione e le temperature, garantendo così la migliore qualità dell’aria”.

Vincenzo Agate, ricercatore dell’Università di Palermo, si è soffermato sulle possibilità offerte dall’intelligenza artificiale per migliorare la vita degli studenti: “Un ambito nel quale ci stiamo muovendo molto attraverso i cosiddetti ‘Sistemi di raccomandazione’ – ha spiegato -. Software che crea delle raccomandazioni personalizzate specifiche per l’utente, così da aiutarlo nelle sue scelte”.

Dopo le osservazioni di Manfredi Amato, che in rappresentanza di Gap Srl ha ricordato come il tema della sostenibilità sia “a rischio speculazione e abbia bisogno, quindi, di progetti concreti e partner importanti come quelli di ‘S3 Campus’. Amato ha coordinato il team che si è occupato dell’infrastrutturazione del sistema di comunicazione del progetto.

Tra i relatori anche Antonio Condorelli, giornalista professionista che coordina il team di LiveSicilia, media partner. Condorelli ha invitato i partecipanti, tra i quali spiccavano numerosi studenti, a cercare su google “Progetto Campus S3”. “Il posizionamento di LiveSicilia ai primi posti su google – ha spiegato il giornalista – è frutto del lavoro di un gruppo che utilizza un linguaggio ottimizzato per i motori di ricerca e, soprattutto, di un quotidiano che è entrato nel cuore dei siciliani raccontando, in tempo reale, ciò che accade”. Le attività del progetto Campus S3 sono ospitate in una sezione speciale della testata. “Attraverso l’indicizzazione dei contenuti consentiamo la diffusione delle informazioni sulle opportunità sviluppate con il progetto a un pubblico molto ampio, che va al di là degli utenti delle università. Così l’informazione – ha concluso Condorelli – potrà contribuire al miglioramento della qualità della vita di tutti”.

L’incontro si è concluso con l’intervento del professore Matteo Ignaccolo, ordinario di Trasporti all’Università di Catania: “Le esperienze dei campus universitari etneo e di Palermo sono complementari – ha evidenziato -, per questo possono e devono diventare dei laboratori di mobilità innovativa sulla base dei quali fare partire buone pratiche da esportare all’esterno”.

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