Mercoledì 11 dicembre 2024 avrà luogo presso il padiglione CRE.ZI.PLUS (Cantieri Culturali alla Zisa / ex Officine Ducrot) la presentazione del libro di Sergio Ruffino dal titolo “I Lumière di Sicilia – Ascesa e tramonto dei Pionieri del Cinematografo Siciliano) edito dalla “40due Edizioni” di Giuseppe Castrovinci (Palermo)
Dialogheranno con l’autore i docenti dell’Università di Palermo Rino Schembri (Docente di Tecniche Cinematografiche), Alessia Cervini (Docente di Storia e Teorie del Cinema), Maria Di Giovanna (già Docente di Letteratura Italiana), e Marco Betta, Compositore e Sovrintendente della Fondazione del Teatro Massimo di Palermo.
Modererà l’incontro Ivan Scinardo, giornalista e Direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia / Sede Sicilia.
Saranno proiettati degli spezzoni di pellicole girate in Sicilia da alcune case di produzione tra cui la Lucarelli Film, Sicula Film e Pathè, gentilmente concesse dalla Cineteca di Bologna
L’opera è un saggio che – come suggerisce lo stesso titolo – ripercorre in 168 pagine la “saga” di coloro che portarono il Cinematografo in Sicilia, e che – dopo una prima fase primordiale che riguardava unicamente la proiezione delle pellicole girate – iniziarono a creare le primordiali “Case di Produzione” e dunque a produrre cinema: da principio metraggi di breve durata e documentari, e di lì a poco tempo anche film a soggetto.
La narrazione inizia con il capitolo “E’ arrivato il Cinematografo!” che racconta proprio l’arrivo dei primi apparecchi che anticiparono il Cinematografo Lumière. Si prosegue con colui che fu il primo regista e produttore operante sul capoluogo siciliano, Raffaello Lucarelli, personaggio trattato già anni prima da storici decani, e talvolta considerato toscano ma in realtà proveniente da Gualdo Tadino in Umbria, comune peraltro citato in alcuni documenti notarili riguardanti la fondazione di una società cinematografica a Palermo da parte del cineasta assieme alla Famiglia Florio (documenti già riportati dallo storico Orazio Cancila anni addietro nella sua opera “I Florio: storia di una dinastia imprenditoriale”).
Dopo la Lucarelli Film e le Industrie Cinematografiche Lucarelli, seguirono tante altre realtà isolane che sfornavano films a ritmo continuo, tra l’entusiasmo per il “nuovo mezzo di cui tutti parlano” e la volontà di coniugare l’arte (quella che più avanti verrà definita quale “settima arte”) e l’imprenditorialità.
La Sicania Film Manifattura, fondata dallo stesso Lucarelli, nacque nel primo decennio del ‘900, e quel nome fu destinato a durare ancora a lungo. Dall’altra parte della Sicilia c’era la piccola Hollywood del Simeto, ovvero la “Etna Film” avviata a Catania dal Cavaliere Alfredo Alonzo, seguita dalla Katana Film, la Jonio Film e la Sicula Film. Lo stesso nome Sicula lo vediamo anche a Palermo con un’altra casa di produzione, e ivi ancora le Industrie Cinematografiche Siciliane, la Do-Re Film di Toto Lo Bue, la Lumen Film arrivata a Palermo assieme al suo creatore Albert Roth De Markus, la Gloria-Sicula seguite da altre produzioni a cavallo tra gli anni 20 e 30.
Ma il fermento culturale portò anche alla creazione della Accademia per artisti Cinematografici a Palermo per opera del fiorentino Paolo Azzurri, che aveva fondato anche la Azzurri Film e poi avviato la pubblicazione della rivista “L’arte del Silenzio”. Nel libro si parla anche di alcuni protagonisti della scena attoriale siciliana di punta del muto (come Angelo Musco, Giovanni Grasso, Febo Mari e Pina Menichelli) e delle prime riviste cinematografiche che si occupavano di articoli e recensioni; e poi ancora il “caso”della perdita di quel film che a detta di tanti storici anticipò il Neorealismo (Sperduti nel Buio di Nino Martoglio) e l’incredibile storia del messinese Giovanni Rappazzo che per primo inventò la “pellicola a impressione contemporanea di immagine e suoni”. Quindi il periodo del Fascismo in Sicilia e l’arrivo del sonoro che soppianta il cinema muto precedente a cavallo di due Guerre Mondiali, e poi storie legate ad ultimi “pionieri” fino alla fine degli anni ’50.
La mancanza di quasi tutte le opere realizzate dalle case di produzione prima della 2’ Guerra Mondiale, in particolare del cinema muto siciliano, è anche una forte linea narrativa di “perdita di memoria”(e delle pellicole, tra incuria e incidenti di percorso) che fa da denominatore comune in quasi tutti i capitoli del libro; capitoli che raccontano appunto l’ascesa e poi la via del tramonto di questi protagonisti.
“Ideai questo particolare titolo diversi anni fa, sia per raccontare i Pionieri che portarono e diffusero il cinematografo nell’Isola, giocando anche con il titolo pirandelliano “Lumie di Sicilia”.
Ruffino racconta che Il progetto ha una genesi fin dal 2010, quando il suo amico giornalista Etrio Fidora (storica “colonna” del giornale L’Ora di Palermo) che aveva appena lasciato Palermo dopo esservi vissuto per decenni, ed oramai trasferito definitivamente a Trieste, gli aveva spedito del materiale sul cinema del periodo successivo alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Erano documenti sul progetto di creazione di un apparato industriale-cinematografico fine anni 40 e primi anni 50 nella parte orientale della Sicilia per opera della Fortunia Film di Felice Zappulla, obiettivo tuttavia che non sarà mai realizzato; e ancora lo statuto di un misconosciuto ente CSC, stesso acronimo dello storico Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, inaugurato nel 1935, ma in realtà da non confondere con questi, e riguardante un “Centro Siciliano di Cinematografia” con 4 sedi in altrettanti comuni isolani. E ancora l’accordo con la Regione Siciliana per la creazione degli ICS – Istituti cine-scolastici, e dei documenti che accennavano al tentativo di registi, produttori e maestranze locali di creare una primordiale “legge sul cinema” nell’isola: cosa che non avvenne e per la sua attuazione si dovrà aspettare ancora quasi mezzo secolo.
“Etrio mi dava spunti e preziosi suggerimenti per diversi miei progetti cinematografici, e riuscì a stuzzicare la mia curiosità sulle origini del cinema in Sicilia. Qualche anno dopo mi rivolsi al mio amico professore Nino Genovese (uno dei massimi storici del cinema siciliano) e gli proposi di scrivere insieme un grande volume proprio sulla storia del cinema in Sicilia, da ciò che ha anticipato il “cinematografo” per come lo conosciamo, fino alla metà degli anni 50, accennando agli ultimi di questi “Pionieri”. Fu in quel momento che suggerì per la prima volta il titolo di questo volume uscito alcuni anni dopo. Durante gli anni successivi, entrambi eravamo indaffarati in altri progetti ma frattanto discutevamo di vari dettagli circa la manifattura di questo volume; poco dopo arrivò la Pandemia e come sappiamo tutto si fermò. Io dovevo completare la mia laurea ritardataria – “bistrattata” a favore del lavoro – e dissi a Nino che avrei fatto di questo argomento la mia tesi, cosa che tra l’altro ci avrebbe facilitato la prima struttura del nostro libro. La confezionai con appunto il titolo “I Lumière di Sicilia – ascesa e tramonto dei Pionieri del Cinematografo Siciliano” tra il 2020 ed il 2021, e il giorno stesso della laurea nel marzo del 2022, la Commissione fu informata che avrei proseguito con il libro (ed anche con un film documentario) e lodò il mio futuro lavoro facendomi i più sentiti auguri”. Pochi giorni dopo annunciai il progetto sui social.
La tesi di Sergio Ruffino è stata presentata tra il 2022 ed il 2024 in alcuni Premi di Laurea, e ha ottenuto dei risultati in due di questi bandi: una menzione speciale al Premio Ermanno Olmi, ed una segnalazione al Premio Mario Luzi.Dal febbraio di quest’anno Ruffino e la 40due Edizioni (Casa editrice in Palermo, diretta da Giuseppe Castrovinci, particolarmente sensibile all’Arte e alla Storia della Sicilia) si sono messi a lavoro per fare uscire subito questo primo volume con la trasposizione della tesi: una versione “light” e scorrevole per una piacevole lettura sia per addetti al settore che per semplici appassionati.
Il libro, già in commercio da metà settembre, include la prefazione di Nino Genovese ed anche una intervista/conversazione con Daniele Ciprì (regista, tra gli altri film, de “Il ritorno di Cagliostro” assieme a Franco Maresco) dal titolo “Tra Primordi e Post Moderno”.
Sergio Ruffino però annuncia che quest’opera non è tanto un punto di arrivo, ma l’operazione-pilota di qualcosa di più grande e ambizioso. Infatti “I Lumière di Sicilia” è anche il nome di un progetto-contenitore che comprenderà – tra le altre cose – una collana editoriale. E soprattutto anticipa la costituzione di una Cineteca su base a Palermo comprendente un grande archivio di teche siciliane dal primo ‘900 fino agli anni recenti; materiale che Ruffino sta raccogliendo e salvando dalla perdita da quasi quindici anni. Frattanto è già in fase di sviluppo il film documentario – il cui progetto nel 2023 aveva passato le selezioni del bando “Matching Ideas” di Morganti & Partners, e con alcuni produttori interessati.
“C’è la volontà di fare seguire a questo libro una edizione più voluminosa ed approfondita, per come era nelle intenzioni già dal 2017 con Nino Genovese, comprendente approfondimenti, fotografie e documenti anche inediti, oltre aggiornamenti di alcune delle storie trattate. E’ tutto materiale che è stato scoperto negli ultimi due anni ed ancora ne sta arrivando tanto, e dunque dopo il confezionamento della tesi di 4 anni fa. E poi ci sono ancora altre piste da “battere”: una di queste potrebbe anche portare al ritrovamento di alcune pellicole di questi Pionieri, date per perdute da decenni. Ma ne riparleremo, spero presto”.