Il progetto di sperimentazione quadriennale della filiera tecnologico-professionale continua a suscitare forti contrasti. Il recente passaggio della Legge 121 dell’8 agosto 2024 che istituisce la filiera, rappresenta un pericoloso passo nella riforma dell’istruzione. Dalla legge si evince chiaramente che << parlare di “istruzione”, come si intende oggi, diventerebbe inadeguato in quanto si tratterebbe in realtà di “addestramento”; il sistema sarà asservito alle esigenze delle imprese e non più finalizzato a creare cittadini consapevoli capaci di ragionare con la propria testa. Il ministro dell’istruzione, durante un suo intervento al congresso dei giovani imprenditori a Capri, ha ritenuto fondamentale chiarire che la ratio della filiera del 4+2 è quella di consentire alle imprese, soprattutto del sud, di trovare manodopera “a basso costo” con formazione finalizzata alle loro esigenze. Lo stesso ministro dice: “ad esempio se ad un’impresa servono saldatori, si potrà rivolgere ad una scuola che costituirà un percorso per quella tipologia di imprese”. E’ chiaro che la formazione dei nostri figli demandata alle imprese rappresenta un altro pezzo verso il progetto di destrutturazione del sistema pubblico di istruzione.
Con l’approvazione della Legge, il MIM ha avviato una revisione dell’intero sistema educativo nei confronti del quale la FLC CGIL ha espresso forte contrarietà. Le preoccupazioni riguardano principalmente la necessità di mantenere la centralità della scuola nel processo educativo e la sostenibilità di un modello che non vada a svilire il ruolo formativo degli insegnanti, sostituendoli con esperti esterni e con modalità didattiche orientate esclusivamente alla transizione rapida verso le imprese e le loro esigenze.
Nonostante le forzature operate, per
l’anno scolastico 2024/25, le iscrizioni alla sperimentazione quadriennale sono
state notevolmente inferiori alle aspettative, evidenziando come la resistenza
dei collegi dei docenti e delle famiglie verso questo modello ha segnato i
fallimenti della sperimentazione.
Per l’anno scolastico 2025/26, vi saranno ancora forti pressioni, da parte delle istituzioni, sui collegi dei docenti affinché deliberino in favore di questi percorsi, ma occorrerà riflettere sulle modalità con cui si vuole strutturare l’offerta formativa ed evitare di sacrificare la qualità dell’istruzione in nome di una transizione rapida verso il mondo del lavoro che non rispetta le fasi evolutive degli studenti.
Un altro degli aspetti critici della sperimentazione quadriennale riguarda la riduzione della durata del percorso scolastico e il rischio di un impoverimento dell’offerta formativa. La quadriennalità dei percorsi, integrata dal potenziamento dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), rischia di tradursi in un programma troppo carico, ma privo di adeguati strumenti per garantire qualità.
Alla luce di tutto ciò, considerata la centralità degli organi collegiali che saranno chiamati a deliberare per l’attivazione di detti percorsi, la FLC CGIL di Caltanissetta, lancia un appello a tutti i docenti di attivare, in sede di collegio, una adeguata azione di contrasto alla filiera tecnico professionale quadriennale.