“Permettetemi innanzitutto di ringraziare Father John per la sua disponibilità e fraterna accoglienza. Il ringraziamento, da parte mia e da parte dei miei familiari, è rivolto anche a voi, carissimi amici e parenti. Grazie per la vostra partecipazione. La vostra presenza oggi è segno della vostra gratitudine verso Paolo e del vostro affetto verso la nostra famiglia. La nostra è stata una famiglia modesta ma ricca di valori umani e cristiani. Mio padre ha lasciato l’Italia nel 1958 ed è venuto a lavorare nelle green houses, nelle serre, a Cheshunt. L’anno successivo la famiglia si è riunita; papà è stato raggiunto da mia madre, da Paolo e dalle due sorelle. Paolo, dopo un periodo di studi a Roma e in provincia di Como, a Londra ha lavorato come addetto sociale presso il patronato ACLI. Nominato Agente Consolare d’Italia per la Lea Valley, ha svolto questo compito, inizialmente mettendo a disposizione la sua abitazione e successivamente a Ponders End, nei locali della Missione Cattolica Italiana e infine presso il Council di Cheshunt. Per la sua attività a favore dei nostri connazionali è stato insignito della onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana e, successivamente, ha ricevuto la nomina di Cavaliere Ufficiale. Anche il sindaco di Acquaviva Platani, paese dove Paolo è nato nel 1939, ha voluto tributargli la sua affettuosa stima, nominandolo “Cittadino Benemerito”. Ma quello che maggiormente ha gratificato Paolo, durante la sua vita, sono state la gratitudine e la stima di tanti connazionali e non, che in lui trovavano il consigliere competente, pronto sempre ad aiutare chi era nel bisogno. Molti italiani e inglesi, presso il suo ufficio consolare, hanno sperimentato la semplicità e la disponibilità verso chi aveva bisogno di un consiglio o del disbrigo di una pratica. Quando c’era da aiutare una persona, Paolo era sempre presente, a volte trascurando i propri impegni. È significativa la lettera che, in questi giorni, il Dottore Domenico Bellantone, attuale Console Generale d’Italia a Londra, ha inviato ai figli di Paolo. “Desidero esprimere le mie più sincere condoglianze, unitamente a quelle di tutto il personale del Consolato Generale, che lo ricorda come persona di grande disponibilità verso gli altri ed i loro problemi”. Paolo ricordava benissimo le parole del Vangelo: “quello che fate al più piccolo dei miei fratelli, lo fate a me”. Durante i suoi 85 anni di vita, Paolo ha utilizzato bene i doni, i “talenti”, ricevuti dal Signore. Adesso il Signore Gesù gli dice: “Bene servo saggio e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore”. Confortati dalla parola di Dio, siamo certi che Paolo è entrato nella gloria di Dio. Noi crediamo nella risurrezione. La liturgia ci ricorda che ai fedeli la vita non è tolta ma trasformata. Gesù ha detto: “Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me vivrà in eterno”. E Paolo ha creduto fermamente in Gesù. Parlando dell’Eucaristia, Gesù ha detto: “chi mangia di questo pane vivrà in eterno” e Paolo, insieme alla moglie Benedetta, ha frequentato assiduamente la messa festiva accostandosi alla Comunione. A voi, figli, io dico: siate orgogliosi di avere avuto il dono di Paolo nella vostra famiglia. Paolo e Benedetta, non sono più presenti in mezzo a noi con il loro corpo, ma adesso vi proteggono dal cielo. Conservate e testimoniate nella vostra vita la loro gentilezza e la loro amorevole disponibilità verso il prossimo. Sono stati questi i valori umani e cristiani che vi hanno trasmesso con il loro esempio. Ringraziamo il Signore per averci fatto dono di Paolo. Con sant’Agostino diciamo: Signore, non ti chiediamo “Perché ce l’hai tolto, ma ti diciamo grazie perché ce l’hai dato”. Consapevoli della fragilità umana, affidiamo alla misericordia del Signore questo nostro fratello. razie, Paolo, per la tua testimonianza di fede e di amore. Addio Paolo, addio fratello carissimo”.