Cronaca

Comitato regionale Inps Sicilia, presentati i rendiconti sociali 2023

“Abbiamo appena portato a termine, presso tutte e nove le province dell’Isola, la presentazione dei Rendiconti Sociali INPS 2023, elaborati con il supporto della Segreteria del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, sulla base dei dati forniti dall’Istituto in un percorso che ha impegnato, anche qui in Sicilia, i Comitati e le Direzioni regionale e provinciali”. Così, la Presidente del Comitato regionale INPS Sicilia, Valeria Tranchina, che al termine di un ciclo avviato lo scorso 16 settembre con la presentazione del Rendiconto regionale, sottolinea l’ampia partecipazione delle istituzioni e dei rappresentanti del mondo accademico della politica, delle parti sociali, così come dei professionisti a questa formale “consegna” dei dati alla collettività.

“Tutto è iniziato con la presentazione, presso la Sala Mattarella di Palazzo dei Normanni, del Rendiconto INPS Sicilia 2023 – continua la Presidente – nel corso della quale ci siamo dedicati ai dati regionali nel loro complesso, ai quali hanno fatto seguito, nei rispettivi territori, quelli provinciali. Adesso, ad obiettivo raggiunto, possiamo senz’altro affermare che questa attività che noi riteniamo fondamentale, ci ha permesso ancora una volta di andare al di là dei numeri e dei dati, perchè ci ha consentito di mettere in evidenza una realtà economico-sociale della regione, che ben conosciamo, ma che, non ci stancheremo mai di dirlo, necessita di un intervento condiviso e ben programmato, realizzato superando la logica dei compartimenti stagni, a favore di una sinergia utile a tutti. Un intervento, sottolineo, che chiami direttamente in causa chi e quanti hanno la responsabilità di intervenire, con misure di governo, sia in ambito regionale che comunale. Tutto questo, partendo da dati certi, quali solo l’Inps è in grado di elaborare e rassegnare“.

Naturalmente – evidenzia ancora la Presidente Tranchina – anche a noi, come Comitato regionale ed omologhi organismi provinciali, viene chiesto di dare un contributo, in termini di promozione e sostegno ad iniziative coordinate, ma anche in termini di individuazione di strumenti di consapevolezza generale, volti a costruire quel dialogo sociale capace portare la nostra regione a proposte costruttive e ad interventi di sistema.

D’altra parte – continua ancora la Presidente del Comitato regionale INPS Sicilia – i dati sono davanti agli occhi di tutti: abbiamo una popolazione con meno di 4 milioni e ottocentomila unità, percossa da un costante invecchiamento e progressivo depauperamento, soprattutto nelle aree interne del territorio, spopolate da una sempre più preoccupante emigrazione, che interessa soprattutto i giovani e, tra questi, quelli in  possesso di un titolo di studio importante o, comunque, altamente professionalizzati. Quelli che decidono di restare o ritornare nel proprio territorio, lo sappiamo, sono costretti a pagare un prezzo troppo alto, accettando spesso un lavoro precario, povero, talvolta persino privo di tutela e del tutto incongruente rispetto al percorso formativo fatto. Questo elemento di criticità si inserisce nel quadro ben più ampio che vede, in Sicilia, retribuzioni medie giornaliere e settimanali sensibilmente inferiori a quelle nazionali, con picchi negativi nella distinzione di genere.

Da parte sua, il sistema produttivo è ancora ben lungi dall’essere competitivo, con una preponderanza di imprese micro e piccole; unico comparto in controtendenza e dunque con una certa prospettiva di crescita è quello di “alloggio e ristorazione”. Per quanto attiene, poi, all’andamento occupazionale permane, in generale, in Sicilia, una grande disuguaglianza rispetto alle medie nazionali; i dati ci parlano, è vero, di un lieve aumento nei dati dell’occupazione rispetto al 2022, ma il saldo netto tra assunzioni e cessazioni si attesta, nel 2023, su una modestissima differenza, pari a soli 32.690 assunzioni, anche perché anche nel corso dell’anno in osservazione registriamo una riduzione costante dei contratti a tempo indeterminato a favore di quelli a termine, siano essi a tempo determinato o stagionale o ancora in somministrazione e ad intermittenza. I dati presentati nei vari territori ci confermano – continua la Presidente – il dilagare di una pesante povertà relativa ed assoluta, alla quale noi pensiamo che vengano ancora opposti interventi di contrasto spot, non strutturati e come tali incapaci di portare ad una riduzione del disagio economico-sociale della regione. Per quanto attiene, infine, il mondo delle pensioni, alcuni alert ci informano della sostenibilità del sistema, pesantemente compromessa, come in altre parti del Paese, dal rapporto entrate-prestazioni. Senza dimenticare l’annosa questione degli importi pensionistici ben lontani da quelli medi nazionali.

Questo evidente stato di crisi generale ha come diretta conseguenza – conclude – un aumento esponenziale della domanda di servizio, sia in termini di assistenza che di previdenza. Domanda alla quale anche qui in Sicilia l’Istituto continua a dare un adeguato riscontro in termini di professionalità e, dunque, di qualità dei servizi. Non è ovviamente, per noi, un punto di arrivo, ma semmai di partenza, perché vogliamo continuare ad esercitare, all’interno del welfare nazionale, il ruolo primario che la legge ci affida, sempre a servizio del Paese.

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