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Chiesa di Maria SS.ma del Monte Carmelo di Mussomeli: 450° dalla sua fondazione 1574 – 2024 (Prof.Calogero Barba)

Redazione

Chiesa di Maria SS.ma del Monte Carmelo di Mussomeli: 450° dalla sua fondazione 1574 – 2024 (Prof.Calogero Barba)

Lun, 30/12/2024 - 22:49

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Prima della fondazione della Chiesa di Maria SSma del Monte Carmelo, nella seconda metà del cinquecento, esisteva tra le poche chiese di Mussomeli, la Chiesa di Santa Marina gestita sotto il Patronato permanente dal magnifico Ruggero Messina (uno dei tredici testimoni del miracolo del paralitico) che l’aveva costruita a sue spese e gestita col patronato concesso dal Tribunale Episcopale della Diocesi di Agrigento per mano di Don Geronimo Barrium già Vicario Generale della Diocesi di Agrigento, come risulta da una Bolla Papale in carta pergamena spedita e consegnata a Ruggero Messina il 23 Marzo del 1562. Fu per volere del Conte Don Ottavio Lanza che nel 1574 si diede avvio alla costruzione della nuova Chiesa e alla costruzione del Convento, con la venuta dei Padri Predicatori Carmelitani nella terra di Mussomeli. Avviato l’iter di fondazione, dopo aver ispezionato personalmente diversi luoghi del paese, Don Ottavio stabilì il luogo migliore adatto alla costruzione del Convento, scegliendo l’area dove già si trovava la Chiesa di Santa Marina. Il Conte, per l’avvio della costruzione e fondazione di tutto il complesso architettonico, scelse la figura del Venerabile Padre Battista Palumbo primo Priore ed Economo del Convento dei Padri Carmelitani, scelta che fu confermata anche da molti altri personaggi influenti del tempo. In quel tempo era Vescovo dell’arcidiocesi di Agrigento (1574-1576) Monsignore Cesare Marullo (morto a Palermo il 12 novembre 1588). I Padri Carmelitani cercarono di stabilire un accordo convenevole alla cessione dell’antica chiesa da parte di Ruggero Messina, richiesta sottoscritta con atto notarile. Al Nobile Ruggero Messina come ringraziamento per la sua passata gestione della Chiesa di Santa Marina furono fatte diverse concessioni, come il diritto di Patronato della cappella dell’altare maggiore della nuova Chiesa, il diritto di sepoltura a lui e a tutta la sua famiglia ed agli eredi in perpetuo, il diritto di ricevere una messa al giorno in qualsiasi orario del giorno stabilito, e nel caso in cui il Convento dovesse essere abbandonato, o per dimissione da parte dei Frati nella gestione di Santa Maria de Monte Carmelo, avrebbe avuto nuovamente, con i suoi eredi e i suoi successori, per sempre, Diritto di Patronato sia nel Convento che nella Chiesa cosi com’era prima della cessione. Il Convento e la chiesa dei Padri Carmelitani non ebbero molta fortuna perché nel 1661 la bolla indetta da Innocenzo X soppresse i piccoli conventi e per la chiesa iniziò così un periodo di decadenza e oscurità. Soltanto nella seconda metà del Settecento, per iniziativa della nuova Confraternita di Santa Maria del Monte Carmelo, verso la Chiesa si rinnovò il culto e la devozione. Alla fine del Settecento furono il vicario foraneo sacerdote don Stefano Minnella e don Salvatore Castiglione che rinnovarono e migliorarono gli spazi dell’antico convento e l’arredo architettonico della Chiesa, con rilievi in stucco e decorazioni murali. Nell’Ottocento, i vari rettori e cappellani della famiglia Cicero si occuparono di migliorare le condizioni della chiesa. Dei Cicero meritano di essere ricordati per impegno e devozione il Padre Predicatore Gaetano Cicero dell’Ordine dei Domenicani, don Salvatote Cicero e don Michele Cicero, dei quali esistono i ritratti anonimi, ad olio su tela, collocati nei locali della sagrestia, a memoria di questi benefattori. ( Prof.Calogero Barba)