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Caltanissetta. Al Liceo Scientifico “Volta” il progetto “Laboratorio di Genetica” in collaborazione con Casa Famiglia Rosetta

CALTANISSETTA. Gli studenti del Liceo Scientifico “Alessandro Volta”, diretto dal Prof. Vito Parisi, guidati dalla dottoressa Roberta Di Maria , Biologa Molecolare presso Centro di Genetica Medica dell’Associazione Casa Rosetta e dalle docenti di Scienze Alessandra Averna ed Enza Nicosia, hanno avuto l’opportunità di partecipare al progetto” Laboratorio di Genetica”svolto presso il laboratorio di Biologia dell’IIS “ A VOLTA”, che  ha impegnato per 20 ore un gruppo di studenti delle classi quarte del Liceo Scientifico

Le attività si sono rivelate non solo altamente formative, ma anche profondamente coinvolgenti. Uno degli aspetti più belli di questa esperienza è stato il senso di collaborazione, che si è creato tra studenti appartenenti a classi diverse. In laboratorio ognuno aveva un ruolo ben definito, ma il successo degli esperimenti dipendeva dal contributo di tutti. Questo ha permesso agli alunni di fidarsi gli uni degli altri e di valorizzare le capacità individuali all’interno di un lavoro di squadra. I ragazzi hanno scoperto il piacere di imparare insieme: discutere le ipotesi, confrontare i dati e, a volte, commettere errori per poi correggerli come gruppo. In un mondo dove la scienza è sempre più interdisciplinare e collaborativa, questa attività ha fatto capire quanto sia essenziale saper lavorare con gli altri. Questo progetto non è stato semplicemente un esercizio accademico, ma un’esperienza concreta, che ha messo in luce il valore della collaborazione, del pensiero critico e delle competenze pratiche.

Tante sono state le esperienze messe in atto. Attraverso l’utilizzo del termociclatore è stata effettua la PCR, tecnica con la quale è possibile ottenere più copie dello stesso segmento di DNA tramite una serie di cicli di amplificazione; per separare i frammenti di DNA a lunghezza variabile è stata effettuata l’elettroforesi su gel di agarosio, il gel poi è stato osservato al trans-illuminatore sia a raggi UV sia a luce bianca per potere apprezzare l’effettiva separazione delle bande e quindi la riuscita dell’esperimento.

Con la tipizzazione genica, DNA fingerprinting, gli studenti hanno compreso l’utilità di questa tecnica per verificare rapporti di parentela, per identificare persone nelle indagini di polizia scientifica, ma anche per la diagnosi di alcune malattie genetiche. A conclusione del progetto gli studenti hanno avuto l’opportunità di visitare il Centro di Genetica Medica dell’Associazione Casa Famiglia Rosetta, che ha permesso loro di capire come si lavora in un laboratorio specialistico di citogenetica convenzionale e di vedere la fase finale dell’analisi del cariotipo, alla quale avevano già in parte lavorato in laboratorio esercitandosi sulla colorazione dei cromosomi e la ricerca delle metafasi. Durante la visita hanno visto come l’analisi del cariotipo permette di costruire una rappresentazione grafica ordinata del corredo cromosomico di un individuo, detta cariogramma e imparato come si costruisce un albero genealogico, utile nella fase preliminare dell’indagine genetica.

Chiara Marchese, della classe 4F, afferma: “con queste attività laboratoriali siamo cresciuti da molteplici punti di vista, migliorando la nostra capacità di applicare il metodo scientifico attraverso ipotesi e tentativi, fronteggiando in prima persona le difficoltà dell’attività pratica e curando ogni passaggio nei dettagli, assumendoci così la responsabilità dell’esito di ogni attività personale o collettiva. Abbiamo inoltre avuto l’opportunità di prendere consapevolezza sull’importanza della Genetica in ambito forense, medico e biotecnologico. Questa attività ha avuto per noi un carattere fortemente orientante, che ci ha fatto comprendere più a fondo la natura delle professioni legate alla branca della genetica; vivendo alcune porzioni della vita di laboratorio ci siamo scoperti talentuosi e appassionati, bramosi di conoscenza e affamati di esperienza”.

Chiara continua dicendo:”C’è stato un momento particolare che ha colpito tutti: quando abbiamo maneggiato per la prima volta il DNA. Una grande molecola che costituisce il codice che contiene tutte le informazioni della vita. In quell’istante ciò che avevamo studiato sui libri ha assunto un significato più profondo. Era come se avessimo tra le mani il segreto della natura stessa. Questo tipo di emozioni rende lo studio delle scienze qualcosa di più di un semplice esercizio accademico. Ci ricorda perché abbiamo scelto un liceo scientifico: per capire il mondo, per scoprire, per emozionarci davanti alla complessità e alla bellezza della vita”.

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