Cronaca

Blitz antimafia dei Carabinieri nell’Agrigentino, 23 fermi

In provincia di Agrigento c’era il rischio di una nuova guerra di mafia. È quanto emerge dall’operazione scattata questa notte e che ha portato al fermo di 23 persone (non 29 come appreso inizialmente) da parte dei carabinieri del Comando provinciale. I fermi sono scattati ad Agrigento, Favara, Canicattì, Porto Empedocle e Santa Margherita Belice, ma anche in alcuni centri del Trapanese (Mazara del Vallo, Partanna, Campobello di Mazara e Castelvetrano) e a Gela, in provincia di Caltanissetta. Le accuse principali sono di associazione mafiosa e traffico di droga. Eseguite anche venti perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati. L’indagine della Dda di Palermo, partita nel dicembre 2021, ha ricostruito le attività criminali e gli organigrammi delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e di Agrigento-Villaseta. Secondo gli investigatori, a guidare la prima ci sarebbe stato Fabrizio Messina, di 49 anni, mentre la seconda sarebbe stata capeggiata dal 39enne Pietro Capraro. Magistrati e carabinieri, però, nel corso delle indagini, hanno registrato una certa “instabilità” degli equilibri mafiosi raggiunti nel tempo, figlia anche della capacità di molti detenuti di mantenere i contatti con i rispettivi clan all’esterno. A ciò si aggiunge la facilità con cui gli associati potevano fare ricorso alle armi per diverse intimidazioni a commercianti e imprenditori, ma anche per contendersi gli spazi sul territorio. “Un’improvvisa e allarmante recrudescenza di intimidazioni, dovuta anche ai tentativi di osteggiare l’egemonia del gruppo mafioso al vertice della famiglia di Agrigento-Villaseta”, è stata evidenziata dai carabinieri che hanno avvertito, così, il rischio che si potesse dare vita a una nuova guerra di mafia.

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