Riceviamo e pubblichiamo nota del segretario della Cgil Rosanna Moncada sull’autonomia differenziata.
“La Consulta costituzionale ha sentenziato : sette punti della Legge Calderoli ( legge sull’autonomia differenziata ) sono incostituzionali e altri cinque vanno letti in modo costituzionalmente orientato. Il pronunciamento della Corte accoglie parzialmente i ricorsi di quattro regioni : Campania, Puglia, Toscana e Sardegna. “
Quindi di fatto la legge tanto acclamata e sostenuta dal nostro Governo nazionale e regionale deve essere rivista in linea con la Costituzione dando centralità al Parlamento , alla situazione della finanza pubblica e degli obblighi comunitari e cosa importante i trasferimenti di funzioni non devono toccare prestazioni relative ai diritti civili e sociali.
Non siamo certi che il referendum abrogativo potrebbe, a questo punto, essere precluso dalla stessa Corte Costituzionale ,ma sono state raccolte 1,2 milioni di firme , chiaro segnale di un popolo che si è stancato e vuole esprimere la propria volontà e affermare i propri diritti attraverso l’uso libero del voto.
Una forte e determinata volontà che un anno fa proprio a Caltanissetta ci ha visto insieme alla UIL portare in piazza una grande manifestazione contro l’Autonomia Differenziata e che poi ci ha visto impegnati da Luglio di quest’anno sempre insieme alla UIL e al Comitato provinciale che ha raccolto l’adesione di Associazioni e partiti politici e rappresentanti dei quartieri cittadini nella raccolta firme per il Referendum abrogativo.
Un clamoroso passo indietro viene imposto a un Governo che continua ad azzerare le prospettive di sviluppo del Paese e del Mezzogiorno e soprattutto una grande lezione di democrazia e libertà che non lascia posto a paure o intimidazioni di alcun genere o a continui tentativi da parte del Governo regionale di destinare i nostri territori a un futuro di emarginazione e di povertà
Basterebbe guardare i contenuti della legge finanziaria regionale , un vero e propri assalto alla diligenza alla stessa stregua di un vecchio film western di pessima qualità laddove si stabilisce di utilizzare i fondi destinati allo sviluppo della nostra Regione per la costruzione del ponte sullo stretto. Il tempo della rivolta sociale è il tempo della consapevolezza civile di cittadine e cittadini che non intendono farsi sottrarre diritti e libertà”.