Domenica scorsa, 10 novembre, si è discusso nel Circolo Trabia un incontro culturale sia per il buon libro di Mario Bertolone sul “Primo centenario della Parrocchia di San Giovanni Battista”, dal 1924 al 2024, nonché, anch’io, a ricordarsene come del primo parroco Pasquale Mulè, dal 1924, nonché gran poeta ed enorme all’inizio della Cassa Rurale “San Calogero” del 1895, e del secondo parroco Gaspare Alessi, dal 1947, e, poi, per più di 40 anni. Ma parlarmene, pure, in tante centinaia di anni fa nell’antica chiesa, tutti si festeggiavano anche fuori nella zona del Casale, come dire di un piccolo villaggio, e nella festa di “San Giuanni” di quel tempo lontano, si tiravano con un palio unico nella corsa dei cavalli e nelle logge di cinquecent’anni fa. E, soprattutto, quanto fecero ricostruire dopo un po’ di anni una più grande della chiesa nella metà del Seicento, all’interno delle tre navate di San Giovanni, di cui quella centrale più alta, ed una a sinistra ed una a destra, con delle colonne, o, meglio, dirle di quei cinque più cinque grandi pilastri imprendibili. Dentro quelle navate, oggi, ci sono 34, tra quadri e dipinti, e 8 statue, e si potrebbero tutte spiegargliele e commentarle, ma, qui, almeno ne scriverò, brevemente, solo adesso di due quadri stupendi nel coro centrale della chiesa anche se pochi lo conoscono e nemmeno sanno che si tratta di un importante pittore agrigentino, detto Nunzio Magro (1627-1704), di quasi quattrocent’anni fa, attorno tra 1650-60. A proposito, vorrei far sapere che il pittore Magro, fu pure un sacerdote, ed abbia frequentato, no al Caravaggio, ma a Palermo, nel 1644/47, guarda caso nello studio del grande pittore Pietro Novelli! Alcuni sapevano, o pensavano, che fosse tipo solo di qualche pittore da una scuola caravaggesca o, forse, di un fiammingo, ma di questi due dipinti uguali, olio su tela di cm 130×180, abbiamo avuto una certezza che questo Magro è su due dipinti, tra cui a sinistra nel muro a metà del coro, c’è quel giovanetto adolescente di “Gesù tra i dottori”, e, a destra, di fronte, c’è il “Gesù che risana un cieco nato”. Guardandolo ancora e rivedendolo vicino, il quadro di “Gesù che parla e disputa con i loro dottori nel tempio”, non è come quella tipo del pittore Caravaggio eccezionale, ma il dipinto è, comunque, molto interessante ed esercitava, allora, come di un “fascino su una tavolozza cromatica di forte impatto tonale”! Anche sul “Cristo col cieco”, vi è presentata pure “una formulazione sommaria ed una imperizia nel disegno nella stesura cromatica”! Così disse Agostino Gallo, critico d’arte dell’Ottocento, che “Magro… qualche difetto si osserva nelle sue opere… ma altre opere supplendo al difetto di quelle fanno vedere, che nel tutto era degno di ammirazione”! E in effetti, come già dicevo su quelle due tele su “Gesù tra i dottori” e su “Gesù sul cieco” di Nunzio Magro, nel coro della parrocchia di San Giovanni Battista, ritengo almeno che siano ammirabili e stupende!