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Fenomeno Donald Trump, l’analisi politica di Alessandro Pagano: “Votato dal popolo in maniera massiccia, opinionisti schierati”

Donald Trump è il 47esimo presidente degli Stati Uniti, il primo a ricoprire due mandati presidenziali non consecutivi e con il suo discorso tenuto in Florida dove risuonano ancora le frasi “Abbiamo fatto la storia”, “È tempo di lasciarsi alle spalle le divisioni degli ultimi quattro anni”, “Sarà l’epoca d’oro dell’America”, ha ringraziato i sostenitori e assicurato di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

I Repubblicani conquistano il Senato. Con 297 voti il Tycoon ha battuto la candidata democratica Kamala Harris, la quale ha ceduto le elezioni, commentando dall’Howard University di Washington: “La nostra lealtà alla nazione ci sarà sempre. Riconosco la sconfitta ma continuerò a lottare.”

E mentre in America il pensiero si divide palesandosi su volti felici e soddisfatti e su occhi tristi e imbronciati, rimbalzando sugli schermi dei telegiornali e sulle pagine dei quotidiani e tra i link dei giornali online, in Italia avanzano analisi politiche.

“Da ora e nei prossimi giorni commenteremo fatti che possono tornare utili alla comprensione del fenomeno Donald J. Trump” scrive sul suo profilo social il politico sancataldese Alessandro Pagano, ex deputato e componente del Nucleo per la Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E continua elencando tre punti fondamentali secondo cui “Non c’è mai stato nessun testa a testa tra lui – Donald Trump – e Kamala Harris. I media, i sondaggi e i vari opinionisti erano tutti schierati con la candidata democratica e hanno dipinto una realtà diversa da quella che gli elettori hanno decretato, sperando di condizionare l’elettorato”.

Pagano dà un consiglio: “Ogni volta che ascoltate o leggete una notizia del mainstream, ricordatevi che la verità sta sempre al contrario rispetto a quello che dicono tutti i più importanti media del mondo.”

Al secondo punto, secondo Pagano, sotto Joe Biden/Kamala Harris, così come sotto Barack Obama, il mondo è diventato un posto peggiore a causa dei conflitti armati, dell’inflazione, del permissivismo verso la droga e il fentanyl, dell’immigrazione senza regole, delle ideologie gender, del permissivismo verso la criminalità.

Continua, poi, che “A Trump che voleva combattere tutto questo” – e per “tutto questo” si intende il secondo punto –, “hanno cercato prima di arrestarlo con la magistratura neo comunista e poi di ammazzarlo con due tentati omicidi, a riprova che dava fastidio alla politica liberal-democratica, al politicamente corretto, all’ideologia Woke, alla bio-tecno-finanza, all’industria bellica.”

E l’analisi politica di Pagano si conclude con un’affermazione certa, con tanto di Tag al 47esimo presidente degli Stati Uniti e punto esclamativo finale preceduto da lettere in maiuscolo, ovvero che “è stato votato dal popolo in maniera massiccia e per i prossimi quattro anni sarà il PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA!”.

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