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Caltanissetta. “Marco il territorio”, il 9 novembre la mostra personale di Stefania Turco: quando la scienza incontra l’arte

Quando la scienza incontra l’arte si annulla quell’ipotetica antitesi che le vede come elementi plasmati da una contrapposizione insanabile, per dare vita a uno spettacolo di emozioni che attraversa gli schemi, portandolo al di là dei confini della meraviglia.

E il talento di Stefania Turco ne è la prova. Nissena innamorata della propria città, medico veterinario, specialista in ginecologia e andrologia, Stefania Turco presenterà il prossimo 9 novembre, a partire dalle ore 20:00, all’Officina degli Artisti – Via Tortorici, 12 Caltanissetta – la personale di pittura “Marco il territorio”.

Artista autodidatta, come lei stessa ama definirsi, si approccia al mondo dell’arte nel 2018 quando, investita da un momento particolare della sua vita, ha trovato lo spiraglio di luce tra pennelli e sbavature di colore.

“Avendo di fronte un periodo di staticità, dopo aver trascorso una notte insonne, ho deciso, il giorno dopo, di comprare una tela sulla quale ho rappresentato il mio lavoro.”

Stefania Turco, amante degli animali, si occupa di riproduzione assistita nel cane e nel gatto e in questa sua prima tela che poi ha preso il titolo di “Gastrofecondazione”, ha raffigurato un uovo fritto su un piatto, che viene fecondato da cipollette lunghe.

“L’uovo – racconta Stefania – è la cellula primordiale, l’inizio di tutto. E nel tempo ho realizzato una serie di pezzi che rappresentano l’inizio della vita, dell’amore, della passione.”

Per Stefania l’esordio, l’atto stesso della nascita è l’essenza vera del nostro essere sulla terra; veniamo spinti continuamente verso l’amore, la vita stessa, verso gli altri e “nel mio caso anche verso gli esseri viventi a quattro zampe; per me loro sono un punto fermo.”

E il titolo della mostra – Marco il territorio – richiama non solo l’amore che lei prova per gli animali, ma anche la sua professione: “Mi sento veterinaria nel sangue, perché sin da piccola ho voluto fare questo lavoro, quando giocavo a inventarmi terapie per gli animali, e artista nelle vene.”

Amore per gli animali e per la sua professione, ma anche per il legame forte che ha per Caltanissetta.

“Negli anni mi sono ritrovata a vivere al nord Italia dove ho appreso tecniche di chirurgia, di fecondazione assistita; ma ho sempre voluto tornare a casa.”

A un tratto della sua vita Stefania si ferma. Sceglie di tornare e di restare a Caltanissetta, nella sua amata città, dove si reinventa e sancisce quel suo senso identitario, di appartenenza, rappresentando su una tela la stazione centrale di Caltanissetta.

“L’opera si chiama «Fermata» proprio perché è da dove sono partita e dove ho scelto di fermarmi.”

Un senso di appartenenza forte, quello di Stefania Turco, che ritrae nelle sue opere in onore dell’amore per la sua città, un esempio è “Orizzonti Familiari”, tela che ha viaggiato dall’altra parte del mondo ed è approdata in un appartamento negli Stati Uniti; ma anche “Stretto Necessario”, che raffigura lo stretto di Messina. Ha riportato su tela anche il piccolo porticciolo di Cefalù, la Scala del Turchi, le Saline di Marsala.

Il percorso artistico di Stefana Turco trova una prima risposta nell’incontro con Noemi Ballacchino, artista e arteterapeuta, e con Marta Bannò, psicologa e psicoterapeuta, le quali la invitarono a esporre alla mostra “L’Arte che cura” al Palazzo Moncada di Caltanissetta, e dove la stessa Stefania ha compreso che quella sua ricerca intima dell’arte non poteva restare tale, ma, anzi, essere a disposizione degli altri.

“Non ero più la dottoressa Turco, ma Stefania Turco. L’arte è terapeutica sia per chi la crea, sia per il fruitore perché se ti suscita emozioni nel momento in cui vedi l’opera e la elabori, allora funziona.”

Una seconda risposta arriva anche da Segesta all’Eco Art Festival, l’anno scorso, quando vince il secondo premio per aver portato una porta realizzata con l’arte del riuso e del riciclo: “Mi sono trovata a costruire una porta scorrevole per il mio ambulatorio perché si era rotta una porta a soffietto; una notte ho preso tutto quello che avevo e ho creato questa porta che ho decorato con un fenicottero rosa non solo perché amo gli animali, ma anche in onore del nostro territorio.”

L’arte di Stefania va oltre le regole, abbraccia il rispetto per l’ambiente, la libertà di movimento con l’action painting, l’amore che ha per la musica che tutte le notti l’accompagna nel suo atto di creazione; e segue tre filoni fondamentali: la biologia, la musica, la sua terra.

E questa sua arte va a servizio della sua professione intrisa di scienza: “La scienza descrive le cose così per come sono, perché tutto ha una logica, una spiegazione scientifica; l’arte vede tutto ciò che è scientifico attraverso il proprio occhio, ti libera.”

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