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Caltanissetta. Giornata in memoria delle vittime nelle miniere: il doloroso passato dei minatori e dei “Carusi” di Gessolungo

Redazione 1

Caltanissetta. Giornata in memoria delle vittime nelle miniere: il doloroso passato dei minatori e dei “Carusi” di Gessolungo

Mar, 12/11/2024 - 15:19

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Il 12 Novembre 1881 è una data importante da ricordare a Caltanissetta. Quella mattina, poco prima dell’alba, una fiammella di grisou, ha causato un’esplosione dentro la miniera di Gessolungo.

Hanno perso la vita, in quella tragedia, 65 minatori, 19 dei quali erano bambini e ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 16 anni. I “Carusi”, alcuni rimasti senza nome nella lapide commemorativa che si trova nel cimitero a loro dedicato, che hanno concluso la loro breve vita nel silenzio e nel dolore.

Per commemorare lo storico e importante passato che ha visto la Sicilia – e in particolare Caltanissetta – centro nevralgico europeo per l’estrazione e il commercio dello zolfo, ma anche per “non dimenticare” la dura vita senza la minima tutela delle norme per la salute e sicurezza dei lavoratori e la protezione dei minori, nel 2021 l’allora Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha istituito la “Giornata in memoria delle vittime nelle miniere”.

La data scelta è stata proprio quella della tragedia di Gessolungo, luogo nel quale ogni anno l’amministrazione comunale celebra una cerimonia commemorativa e che, quest’anno, a causa dell’allerta meteo è stata sospesa e rinviata.

“Una pagina dolorosa che ricorda come in un passato non troppo lontano lo sfruttamento del lavoro era una prassi consolidata e condivisa dalla collettività e nell’assordante silenzio delle istituzioni che, invece, avrebbero dovuto tutelare e proteggere i lavoratori e i minori – ha commentato il Sindaco Walter Tesauro -. Ancora oggi il nostro compito è rimasto immutato. Dobbiamo e vogliamo ascoltare le necessità dei cittadini e, ove le nostre competenze istituzionali lo consentano, cercare di supportarli per migliorare le condizioni di vita, facilitare sbocchi occupazionali e creare un indotto virtuoso per i giovani così come per gli adulti”.

“Ricordare le ferite di un passato tragico e raccontarlo alle nuove generazioni significa offrire una corretta chiave di lettura, formare le coscienze per far comprendere ciò che è accaduto al fine di correggerne gli errori nel presente e non ripeterli nel  futuro – ha proseguito l’assessore alla cultura Giovanna Candura -. Dobbiamo insegnare ai giovani la cultura dell’altruismo, del rispetto per le necessità del prossimo soprattutto se debole o emarginato e supportarlo nella sua crescita sociale, culturale e umana”.

Una vicenda che ha colpito duramente Caltanissetta e le sue famiglie, quelle dei superstiti così come quelli delle vittime. Una pagina di storia che, per mantenere impresso il dolore delle perdita e continuare a chiedere la misericordia divina, ha portato le famiglie dei minatori a commissionare ai Biangardi “La Veronica”. Il gruppo sacro è diventato, in tal modo, cronologicamente la prima delle 16 Vare che ancora oggi sono parte integrante dei riti sacri che caratterizzano la Settimana Santa di Caltanissetta e la Passione di Cristo. Una rievocazione della stessa tragedia di Gessolungo è presente in città anche nel Murale “Dall’inferno al Paradiso” che si trova in via Rosso di San Secondo. Il “sorriso dei carusi” liberati da quella condizione di vita è stato ideato e realizzato su iniziativa del Presidente dell’associazione Piccoli Gruppi Sacri Michele Spena, realizzato dall’artista Mirko Loste con il patrocinio del Comune di Caltanissetta e il sostegno economico di un’azienda locale.

“Oggi, 12 novembre, Caltanissetta si stringe nel ricordo commosso di una delle tragedie più dolorose della nostra storia. Sono passati 143 anni ma il sacrificio di quelle 65 persone e la loro storia sono un monito indelebile, una ferita aperta nel tessuto della nostra comunità – ha concluso l’assessore all’identità nissena Pier Paolo Olivo -. Nel rendere omaggio a questi figli della nostra terra, il nostro pensiero va soprattutto ai “carusi”, strappati alla loro infanzia e costretti a lavorare in condizioni terribili. Il Cimitero dei carusi, luogo di memoria e di dolore, è testimonianza silenziosa della fatica e del sacrificio di questi giovani, e della nostra responsabilità di onorarli e di tramandare la loro storia, affinché le nuove generazioni non dimentichino e continuino a lottare per un futuro in cui il lavoro sia dignitoso e sicuro per tutti. Caltanissetta non dimentica”.