Rischiavano di essere abbattute due caprette selvatiche che da Qualche tempo vagavano nel territorio di Porto Empedocle ( Agrigento ), in località Ciuccafa. I residenti si erano lamentati con il comune per la presenza degli animali, che avrebbero fatto parte di un gregge di almeno 15 esemplari: di gran parte dei capi si sono perse le tracce, mentre un altro esemplare è stato trovato morto.
Stando a quanto denunciato dalla Lega anti vivisezione di Sciacca, sul destino di queste capre incombeva un piano per la cattura e la soluzione definitiva. L’associazione animalista, in collaborazione con la Rete dei santuari di animali liberi in Italia, ha chiesto e ottenuto dal comune empedoclino l’affidamento delle caprette all’Arca di Natalia, un rifugio che si trova nel Catanese.
La Lav parla di “iniziativa di salvataggio che si inserisce in un ambito di collaborazione (anche con i veterinari dell’Asp)”. Al comune di Porto Empedocle è stato chiesto di sospendere, attraverso un provvedimento apposito, ogni operazione di cattura e uccisione delle capre vaganti, nel caso ne venissero trovate altre, e di adottare iniziative etiche e sostenibili, a partire da un programma di sterilizzazione degli esemplari maschi per il contenimento delle nascite, unica strada per una gestione non cruenta e rispettosa nel lungo periodo.
“Le capre di Porto Empedocle – dice la presidente della Lav di Sciacca Iris Pedrazzi – non sono un problema da eliminazione, ma esseri senzienti che la legge tutela e che hanno diritto di vivere in pace e serenità. Diciamo no a operazioni drastiche, crudeli e non necessarie ai danni degli animali”. (ANSA).