Salute

Umberto I di Enna, in Ortopedia maschere di taglio in 3D per protesi a paziente con frattura del piatto tibiale e del femore prossimale

Redazione 1

Umberto I di Enna, in Ortopedia maschere di taglio in 3D per protesi a paziente con frattura del piatto tibiale e del femore prossimale

Gio, 31/10/2024 - 06:28

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Primo intervento con maschere di taglio in 3D CT based, presso il reparto di ortopedia a Enna. Taglio e protesi su misura come un vestito, per una paziente con frattura del piatto tibiale e del femore prossimale. A realizzare l’operazione e seguire la realizzazione della protesi, Giuseppe Fanzone, ortopedico esperto e responsabile della Traumatologia all’Umberto I. Questo intervento, il primo del suo genere a Enna, dimostra come nell’entroterra siculo si può essere all’avanguardia ricercando nuove metodiche interventistiche.

L’impiego di modellazione e produzione di maschere di taglio ha consentito un ottimo risultato, permettendo alla paziente di tornare alla sua quotidianità più velocemente. «Il caso clinico era una di quelle situazioni che necessitava uno studio personalizzato e la realizzazione di una protesi ad hoc, con una tecnica chirurgica apposita. Eravamo infatti- precisa l’ortopedico- in presenza anche di chiodo endomidollare lungo». «Nell’applicazione delle protesi tradizionali ci sono strumentari che fanno da guida e, nel caso specifico della paziente, quelle guide non avremmo potuto utilizzarle» precisa Fanzone.

Con questa tecnica l’osso viene perfettamente ricostruito, collocato nel punto esatto dove la maschera lo richiede e attraverso precisi calcoli, l’ortopedico incide esattamente il punto stabilito in precedenza. In attesa di utilizzare il robot si fa comunque chirurgia robotica a Enna. Le incisioni effettuate da Fanzone infatti, sono state guidate da una macchina che in precedenza ha calcolato con precisione gli assi, i tagli da effettuare e la misura di protesi da inserire.

«I casi per i quali adoperare queste maschere sono selezionati- spiega il responsabile della Traumatologia di Enna- Quando è possibile utilizzare lo strumentario classico si adopera quello, in casi particolari ci viene incontro la tecnologia più alta».

In futuro una collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università Kore, potrebbe rendere le protesi su misura una realtà anche sul territorio, auspica l’ortopedico. «Questo intervento- commenta ancora Fanzone- testimonia il tentativo di chi lavora nel nostro reparto di portare sul territorio ennese le innovazioni presenti nelle più importanti realtà e garantire un trattamento che sia all’altezza degli standard di ospedali più famosi».

La traumatologia, branca importante dell’Ortopedia, si occupa della diagnosi, del trattamento e della riabilitazione di fratture e altre lesioni dovute a eventi traumatici (cadute, traumi sportivi, incidenti stradali, etc.) e nel caso dell’Umberto I la branca ha un posto di primo livello, rispondendo in maniera efficace ed efficiente alle esigenze reali del territorio. Quest’ultimo è caratterizzato da una popolazione anziana particolarmente numerosa.

L’Ortopedia e la Traumatologia di Enna sono in grado di affrontare con prontezza e professionalità casi complessi, che spaziano dalle fratture di recente riscontro legate all’osteoporosi degli anziani, fino alle lesioni più gravi causate da incidenti stradali. I casi più numerosi coinvolgono quotidianamente il paziente anziano, con fratture complesse del femore.

Il servizio di Enna risponde in modo efficiente programmando l’intervento, delicato e complesso, che è gestito non solo dall’operatore medico chirurgo ortopedico che lo esegue, ma da una squadra di operatori.

«Purtroppo, anche quando le fratture vengono ridotte correttamente e l’operazione eseguita con tecnica perfetta, la traumatologia rimane una disciplina difficile, poiché il paziente non è mai esattamente come prima. Viene infatti inserito in un percorso riabilitativo, che nell’ospedale di Enna risulta integrato e continuativo», spiegano. Il servizio offerto garantisce cure adeguate, ma si impegna anche nella riabilitazione dei pazienti, favorendo un recupero ottimale e il ritorno alla vita quotidiana. Ciò fa sì che il reparto sia un punto di riferimento per l’intera provincia.