Nell’ultimo biennio registrato, quello tra 2022 e 2023, il gioco legale ha superato i 147 miliardi e 600 milioni di euro di raccolta, vale a dire oltre un terzo rispetto ai livelli pre pandemia. Ma non è questo il solo numero in crescita: le vincite sono aumentate del 39,5%, il gettito erariale ha superato la quota degli 11 miliardi e mezzo, il fatturato complessivo è in aumento del 12%.
Sono questi i numeri che spiegano com’è cambiato il gioco pubblico e legale italiano negli ultimi anni, raccolti all’interno dello studio «Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online», realizzato dalla CGIA Mestre. Un report che analizza in particolare la crisi del gioco terrestre, soprattutto quella degli apparecchi AWP e VLT, protagonista di una discesa di 42 punti percentuali nel 2019 e di 23 punti nel 2023. A resistere, nel comparto tradizionale, sono solo alcuni giochi come quelli sportivi, le lotterie e i giochi numerici, capaci di tornare ai livelli pre pandemia.
Complessivamente, però, il gioco fisico ha visto una
contrazione del 15% rispetto al 2019, con alcuni comparti, come lotto, giochi
ippici e bingo, ancora in grande difficoltà, segnando un divario del 7%
rispetto al 2019. Il calo più marcato è invece quello delle AWP e VLT: -27%,
ovvero una perdita di 12,7 miliardi di euro. Tra le cause di questo crollo c’è
ovviamente il lockdown, ma non solo: l’aumento delle tasse sulle vincite, le
continue modifiche alle aliquote del PREU e una riduzione del payout sono stati
cambiamenti normativi che, combinati con le chiusure forzate, hanno accelerato
il declino di molte attività legate al gioco fisico. Basti pensare che dal 2019
al 2023, circa 7.300 locali hanno chiuso, comportando una riduzione di 13.500
apparecchi AWP e 3.400 VLT. Una crisi che è soprattutto occupazionale: 7.500
lavoratori in meno nel 2023 rispetto al 2019.
Per un settore che cala, ce n’è però un altro che cresce. È l’online, che tra 2019 e 2022 ha registrato una crescita che sfiora i 40 miliardi di euro. Il 95% dei quali generati soprattutto da tre categorie di giochi: quelli sportivi, le slot online e i giochi di carte. Per quanto riguarda l’ultima categoria, da sottolineare la risalita progressiva del poker dopo un periodo di stasi, favorita anche dalla maggiore popolarità che sta riscontrando questa particolare disciplina grazie alla diffusione nelle piattaforme online del videopoker in versione gratuita.
Una crescita, quella del gioco online, che ovviamente mette le radici nella crisi del settore terrestre, ma che è continuata anche nel corso del 2022, quando le attività fisiche sono tornate definitivamente alla normalità. Così facendo il gioco digitale è passato dal 4% del periodo 2012 2015 al 21% del 2023, con un raddoppiamento tra 2019 e 2020, che tradotto in euro è una crescita di 30 miliardi. Attualmente, il gioco online rappresenta il 56% della raccolta totale del gioco lecito, segno di un cambiamento ormai definitivo nelle abitudini degli italiani.
La pandemia, insomma, ha agito da forza acceleratrice nei confronti di un cambiamento già in atto ma che adesso è diventato irreversibile. È il gambling che cambia faccia, è il mondo che si sposta verso il web.