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Rassegna Stampa. Caltanissetta. Morte di Lino Lacagnina in ospedale: quattro medici a giudizio, uno prosciolto

Sarà il processo, che inizierà il mese prossimo dinnanzi al giudice monocratico a stabilire eventuali responsabilità a carico di quattro
medici finiti sul banco degli imputati per la morte del collega giornalista Lino Lacagnina, morto a 74 anni il 24 febbraio dello scorso anno.
Ieri il gup Santi Bologna ha disposto il rinvio a giudizio per il primario
di chirurgia vascolare dell’ospedale Nicola Reina, i chirurghi vascolari
Filippo Calì e Michele Savaia e il primario di Radiologia Salvatore Dell’Aira accusati di omicidio colposo aggravato dal non avere seguito le linee guida.
Esce, invece, dalla vicenda giudiziaria il medico Paolo Frigatti, primario di Chirurgia vascolare del presidio ospedaliero universitario Santa Maria della Misericordia di Udine.
Ieri ha chiesto al giudice di rendere dichiarazioni spontanee ed ha raccontato che il giorno dell’intervento chirurgico lui è entrato in sala operatoria nel momento in cui l’attività era già in corso. Lui era là dentro quando è stato installata la protesi e subito dopo è andato via. Quindi non ha visto concludere la fase operatoria. Una tesi, la sua, che è stata pienamente accolta dal giudice che ha sancito il «non luogo a procedere»
così come era stato richiesto dal suo difensore.
Per gli altri quattro medici, quindi, sarà il giudizio a stabilire se ci
siano state delle responsabilità o meno.
La moglie e le sorelle di Lino Lacagnina (nella foto) sono parte civile con gli avvocati Vincenzo Toscano e Aldo Bellomo che ieri hanno richiesto al giudice il giudizio, mentre i difensori dei cinque medici avevano chiesto per tutti il non luogo a procedere.

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