Dopo 13 anni e 8 mesi dall’incidente mortale sul lavoro nelle campagne di Calascibetta, nell’Ennese, arriva la sentenza definitiva di condanna per l’imprenditore agricolo che aveva commissionato opere di scavo alla vittima. La Quarta Sezione della Corte di Cassazione, ha confermato la condanna a un anno e 4 mesi per G. F., allevatore di Capizzi (ME), riconosciuto colpevole di omicidio colposo, per l’incidente mortale sul lavoro nel quale perse la vita Giacomo Calandra Checco. L’uomo era rimasto schiacciato dal suo escavatore mentre lavorava su una strada poderale in forte pendenza in contrada Floresta a Calascibetta, nell’azienda agricola di G. F. La vicenda risale al 12 febbraio 2011. A commissionare i lavori di sistemazione della stradella era stato l’allevatore, al quale la Procura di Enna aveva contestato l’accusa di omicidio colposo nella qualità di committente di lavori su un terreno di sua proprietà, in violazione di norme antinfortunistiche. Durante i lavori l’escavatore si era ribaltato schiacciando il conducente. Confermate dalla Cassazione anche le condanne al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni in favore della moglie e delle figlie di Calandra, costituite con l’avvocato Salvatore Timpanaro. La sentenza di primo grado era arrivata solo a gennaio del 2023 ed era stata impugnata dinanzi alla Corte d’appello di Caltanissetta che l’ha confermata a dicembre 2023. Adesso, la Cassazione ha confermato le decisioni dei giudici di primo e secondo grado. La figlia della vittima Melinda Calandra Checco, avvocatessa, ha espresso soddisfazione per il riconoscimento della responsabilità penale, ma ha sottolineato che nessuno potrà mai restituire il padre, ennesima vittima sul lavoro, a lei ad alla famiglia. Adesso il tribunale civile di Enna dovrà liquidare il risarcimento dei danni alle parti civili.