Salute

Mussomeli, il decesso di Padre Genco: uno stuolo di sacerdoti al suo funerale. Presente l’Arciconfraternita.

Carmelo Barba

Mussomeli, il decesso di Padre Genco: uno stuolo di sacerdoti al suo funerale. Presente l’Arciconfraternita.

Mar, 01/10/2024 - 19:52

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MUSSOMELIAnche il mesto suono delle campane hanno annunciato il lutto per la dipartita del settantanovenne già arciprete don Pietro Genco, mussomelese, che l’altro ieri notte è venuto a mancare alla vita. Un numeroso clero ha partecipato quest’oggi pomeriggio nella chiesa Madre alle sue esequie, presiedute dal vicario Generale della Diocesi mons. Onofrio Castelli delegato dal nostro vescovo Mario Russotto. Visibile la bandiera dell’arciconfraternita SS. Sacramento, di cui era stato cappellano e quelle della “Fratres”. Chiesa gremita, familiari in prima fila, e diversi estimatori del defunto arrivati da altri paesi. Presenti autorità civili e militari. Persona assai colta, Padre Genco amava l’arte, portava avanti le sue idee ed era comunicativo nelle le sue profonde omelie. Il Vicario Generale mons. Castelli parlando della figura del sacerdote scomparso, l’ha definito “un uomo, un ‘parrinu’, speciale”. Va detto che Don Pietro aveva un sorriso pieno, e talvolta anche sornione, ma comunque sempre proteso al rispetto altrui. Da sottolineare che la notizia del decesso è stata accolta con dispiacere dalla comunità mussomelese, dove per oltre un decennio ha esercitato il suo ministero sacerdotale alla guida della Chiesa Madre. Un rientro a Mussomeli dopo essere stato per diversi anni a San Cataldo, parroco di Cristo Re, spendendosi per quella comunità. Un ritorno, dunque, nella sua Mussomeli, che risale al 2009, salutato con compiacimento dai matricesi, desiderosi di avere, finalmente, una guida da parte di un figlio di questa terra. Padre Genco ha dovuto subito fare i conti con il continuo spopolamento dell’antico quartiere che piano piano si andava sempre più assottigliando o per emigrazione e per trasferimento di domicilio di famiglie verso le nuove zone di espansione del territorio. Ciò nonostante, il suo impegno non è mancato nelle attività parrocchiali, come non ha fatto mancare la sua presenza nelle realtà ecclesiali annesse alla parrocchia, quali l’arciconfraternita, la congregazione San Giuseppe e la Congregazione San Pasquale e le famiglie, evidentemente, fino a quando le sue condizioni di salute gli hanno permesso di portare avanti la sua missione pastorale. Grazie alla sua generosità, prima del suo ritiro dalla parrocchia, l’organo della chiesa Madre, dopo la riparazione, è tornato ad essere attivo, come anche, grazie alla sua disponibilità, diversi piccoli interventi sono stati posti in essere su alcuni oggetti sacri.