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Imprenditoria siciliana, nel terzo trimestre mille aziende in più: i dati di Unioncamere Sicilia

Redazione 3

Imprenditoria siciliana, nel terzo trimestre mille aziende in più: i dati di Unioncamere Sicilia

Mer, 16/10/2024 - 10:13

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Piccola, artigiana, tecnologica e innovativa: è l’identikit della nuova imprenditoria siciliana che sta facendo cambiare volto al tessuto produttivo regionale, secondo le tendenze rilevate dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia che ha elaborato i dati Movimprese relativi al terzo trimestre di quest’anno.
L’estate, infatti, ha portato bene al tessuto economico dell’Isola, con un saldo di quasi mille nuove attività, esattamente 980, proseguendo il trend più che positivo del secondo trimestre 2024 che si era chiuso con un attivo di 1.759, e in netto incremento rispetto alle +727 ditte del terzo trimestre 2023. Il dettaglio per province ci dice che la crescita è stata omogenea e proporzionata su quasi tutto il territorio regionale, con la sola eccezione di Siracusa: Agrigento, +127; Palermo, +296; Caltanissetta, +64; Trapani, +120; Catania, +252; Messina, +135; Ragusa, +73; Enna, +27; Siracusa, -114.
Il totale delle aziende attive iscritte agli albi camerali è arrivato,
così, a 383.977 unità, oltre mille in più rispetto al terzo trimestre dello scorso anno, quando il saldo era di 382.764. Alla base di questa crescita ci sono due settori in significativa ripresa: le costruzioni, che continuano ad attrarre imprenditori malgrado la frenata sui bonus edilizi, con 108 aziende in più; e l’artigianato che da qualche tempo esprime vivacità e che quest’estate ha registrato 209 iscritti in più.
Ma la novità più sorprendente arriva dal settore delle cosiddette
“imprese non classificate”, che comprende le nuove attività
tecnologiche, innovative, digitali e “green”: è di 1.745 il saldo delle
new entry, fra ben 2.025 nuove iscritte e appena 280 cessate.
L’innovazione, come detto, cambia volto all’economia tradizionale, che
si adegua ai cambiamenti. Infatti, nonostante l’overtourism cui abbiamo
assistito quest’anno, da giugno a settembre le attività di alloggio e
ristorazione in Sicilia hanno perso 161 realtà, così come oggi operano
18 aziende in meno nel campo dei noleggi e 49 in meno in quello dei
trasporti.
Come era prevedibile, invece, la siccità ha mietuto 87 aziende agricole,
ma quello che era meno stimabile è la crisi del commercio, con 1.120
chiusure a fronte di appena 595 aperture e un saldo di -525 unità; e
quella della manifattura, con un saldo negativo di 76 aziende (99
aperture contro 175 chiusure).
“Da tempo Unioncamere Sicilia promuove gli investimenti in innovazione,
nuove tecnologie, transizione ecologica e digitale – spiega Pino Pace,
presidente di Unioncamere Sicilia – e i dati ci stanno dando ragione.
Innovazione, digitale, tecnologie ed economia circolare, infatti,
contaminano virtuosamente il resto del tessuto produttivo stimolando i
comparti tradizionali a preferire efficienza, qualità e sostenibilità.
Questo si traduce in investimenti, aumento della produttività e maggiore
contributo al Pil, anche grazie agli ingenti incentivi e agli strumenti
finanziari agevolati messi a disposizione dal governo regionale, in
particolare dall’Assessorato regionale Attività produttive e da
Irfis-FinSicilia, in aggiunta al credito d’imposta Zes Sud che comincia
a dare frutti. Tutto ciò, inevitabilmente, comporta una diversificazione
dei settori e una conseguente riduzione del numero di imprese
tradizionali a vantaggio di nuove produzioni innovative che offrono al
mercato prodotti a più elevato valore aggiunto”.
“Il boom dell’artigianato di qualità – aggiunge Santa Vaccaro,
segretario generale di Unioncamere Sicilia – è il frutto anche di
evoluzioni che spingono a diversificare, a spostare gli interessi da un
comparto ad un altro. Se, ad esempio, nel turismo non tutti gli
operatori riescono a garantire i nuovi e più severi standard di qualità
e di servizi richiesti dalle normative e dai visitatori soprattutto
stranieri, è ragionevole pensare che qualcuno si sia riconvertito. Allo
stesso modo la difficoltà del commercio di vicinato e dell’ambulantato a
reggere la concorrenza della grande distribuzione potrebbe avere indotto
qualche operatore a proseguire, ma in altri settori. Ma, oltre alla
diversificazione, da apprezzare è l’attrazione di nuovi investimenti
aggiuntivi alle attività esistenti, come dimostra il saldo attivo per
due trimestri consecutivi in un periodo di estrema incertezza globale.
L’analisi dei dati dei prossimi trimestri ci aiuterà a fotografare in
maniera più approfondita l’evoluzione del tessuto economico dell’Isola”.