Si avvicinano le due importanti tappe del progetto “Uto Ughi per i Giovani”, promosso dall’Associazione Culturale Milanollo con il patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana e del Comune di Gela, in partnership con la Fondazione Uto Ughi.
Il 14 novembre alle 20.30, a Gela, si terrà un concerto gratuito e aperto alla cittadinanza nella Chiesa Madre – Maria Santissima Assunta in Cielo: nell’occasione, il maestro Ughi sarà accompagnato dall’Orchestra gliarchiensemble. A Caltanissetta, invece, è in programma il 13 novembre presso il Teatro Margherita una Masterclass di alto perfezionamento in violino gratuita per i giovani studenti di Musica del Conservatorio nisseno. L’iniziativa è sostenuta da Eni ed ha lo scopo di promuovere opportunità di ascolto della musica, orientate a soddisfare le curiosità delle nuove generazioni tramite dialoghi e scambi di opinione tra docenti e studenti, creando un’atmosfera favorevole allo sviluppo della sensibilità e della comunicazione dell’idea musicale. In vista del duplice evento, di alto spessore culturale, ecco le parole del Maestro Uto Ughi che ne analizza i temi, il messaggio ed il valore, rivolgendosi in special modo ai giovani talenti siciliani della musica che incontrerà a Gela e Caltanissetta.
Il 14 novembre in Chiesa Madre, a Gela, lei Maestro si esibirà sulle note delle “Quattro Stagioni” di Vivaldi. Che messaggio racchiude questa straordinaria opera, alla luce dei tempi complessi in cui viviamo?
«Le “Quattro Stagioni” di Vivaldi racchiudono una profonda riflessione sulla natura e sul suo ciclo eterno. Attraverso suoni e melodie che evocano il mutare delle stagioni, Vivaldi ci mostra la bellezza e la complessità del mondo naturale, ma anche la sua fragilità. Viviamo in tempi complessi, in cui i cambiamenti climatici e le tensioni globali ci ricordano quanto sia delicato l’equilibrio che ci sostiene. Questa musica è un invito a ricollegarci con il nostro ambiente, a rispettarlo, a comprendere che ogni stagione ha la sua ragione e la sua importanza. Nella Chiesa Madre di Gela, questo capolavoro vuole essere un messaggio di speranza e un richiamo alla responsabilità verso il mondo che ci circonda».
Nella sordità generale di un mondo sempre più narcisista e spietato, le arti e gli artisti oggi che valore e che “compito” hanno?
«In un mondo dove spesso si corre il rischio di restare intrappolati nel narcisismo e nell’indifferenza, l’arte ha il compito fondamentale di risvegliare le coscienze e di unire gli esseri umani. La musica, e le arti in generale, sono un linguaggio universale che va oltre le barriere linguistiche e culturali. Gli artisti, oggi più che mai, devono essere i portavoce di messaggi di bellezza, di umanità, e di comprensione reciproca. Credo profondamente che l’arte possa rendere la società migliore, poiché offre uno spazio per la riflessione e il dialogo: valori di cui il nostro tempo ha urgente bisogno».
Il concerto sarà preceduto da “Prove a porte aperte”, nel quale dialogherà con i giovani delle scuole: cosa si aspetta da questo incontro?
«Le “Prove a porte aperte” sono un’occasione preziosa per avvicinare i giovani alla musica e per instaurare un dialogo vivo e spontaneo con loro. Mi aspetto curiosità, domande e soprattutto il desiderio di comprendere il significato profondo della musica. I giovani sono il futuro, e se riescono a scoprire, magari anche grazie ad un incontro come questo, che la musica non è solo intrattenimento ma fonte di crescita interiore e di ispirazione, allora avremo compiuto un passo importante. La musica può cambiare la vita, e questo incontro è l’opportunità per piantare quel seme».
A Caltanissetta, invece, terrà una Masterclass per gli studenti del Conservatorio. Ai giovani che vogliono fare della musica il proprio lavoro, che consigli sente di dare?
«Ai giovani che desiderano fare della musica il proprio lavoro direi prima di tutto di non scoraggiarsi mai, anche davanti alle difficoltà. La strada dell’arte è ardua e richiede dedizione, sacrificio, e una disciplina ferrea. Non basta avere talento, bisogna coltivarlo con costanza e umiltà. Consiglio inoltre di ascoltare moltissima musica e di sviluppare un proprio pensiero critico: un musicista deve saper interpretare, non solo eseguire. E infine, raccomando di cercare sempre l’onestà espressiva, di non lasciarsi sopraffare dall’apparenza o dalla ricerca del successo facile, ma di trovare la propria voce e di credere nel potere trasformativo della musica».
Vuole rivolgere un pensiero ai cittadini di Gela per invitarli al concerto del 14 novembre?
«Cari cittadini di Gela, è per me un onore e una gioia suonare per voi in un luogo così suggestivo come la vostra Chiesa Madre. Vorrei invitarvi tutti, grandi e piccoli, a partecipare al concerto del 14 novembre, un’occasione per ascoltare insieme la meravigliosa musica di Vivaldi. Questo concerto è anche un’opportunità per sentire quanto la musica possa unire e dare sollievo. La mia Fondazione, impegnata nel sostegno dei giovani talenti, crede profondamente nell’importanza di portare la musica in ogni luogo, perché essa è un bene universale che ci rende più vicini e più umani. Vi aspetto con grande entusiasmo, per condividere un momento di bellezza e di armonia. Voglio rivolgere un ringraziamento particolare a Eni, che ha reso possibile questo evento con il suo prezioso sostegno. Grazie a loro possiamo portare la musica e la cultura più vicine a tutti, valorizzando l’arte come un bene comune».