(Adnkronos) – Le donne attualmente iscritte all’Albo degli ingegneri sono ancora il 17,2% del totale, un numero in aumento (nel 2019 erano il 15,3% e a metà dello scorso decennio erano il 9%), ma ancora minoritario. Lo stesso dicasi per i soli ingegneri iscritti ad Inarcassa (82.484) che esercitano quindi invia esclusiva la libera professione, dei quali il 15,6% è donna. E’ quanto rileva il Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, in uno studio reso noto oggi in occasione del 68° Congresso nazionale di categoria. Anche tra gli ingegneri si assiste al doppio fenomeno dell’incremento dell’età media di chi opera all’interno del sistema ordinistico e della presenza ormai di una larga maggioranza di ultracinquantenni. L’età media degli iscritti all’albo professionale è passata da 49,8 anni nel 2018 a 52,1 anni nel 2024. Tra gli iscritti, i più giovani, fino a 35 anni, rappresentano appena l’11,6% del totale degli iscritti. Ma anche se si sale un po’ d’età la situazione non cambia: gli iscritti all’Albo tra i 25 ed i 40 anni d’età rappresentano appena il 22,5% del totale. In sostanza il 65% degli iscritti attualmente ha più di 45 anni, con una presenza estremamente elevata di ultracinquantenni. Lo stesso dicasi per li ingegneri iscritti ad Inarcassa, quindi per coloro che esercitano in via esclusiva la libera professione: nel 2023 oltre il 60% si pone nella classe '46 anni e oltre' ed il 45.3% è costituito, più precisamente, da ultracinquantenni. E’ verosimile pensare, pertanto, che nei prossimi anni si accentuerà l’impiego e la permanenza nel mercato del lavoro di persone adulte, determinando un divario forte tra chi ha già accresciuto le proprie competenze e specializzazione sul campo e chi accede per la prima volta nel mercato del lavoro e necessita di un graduale percorso formativo sul campo. Lo “scambio di competenze” a livello intergenerazionale sarà una questione rilevante nei prossimi anni, e riguarderà probabilmente in eguale misura ed in modo molto esteso sia chi opera nel lavoro dipendente che in quello autonomo. Diviene inoltre sempre più evidente il gender gap, non solo in termini di trattamento retributivo. Il tasso di occupazione femminile sebbene in crescita resta uno dei più bassi in Europa ed ovunque (non solo in Italia) il gender pay gap non sembra attenuarsi. Anche nella libera professione tale problema resta particolarmente evidente ed e sufficientemente richiamare il settore dell’ingegneria nel quale, secondo i più recenti dati di Inarcassa, ad un reddito medio di oltre 58.000 euro per gli uomini, nel 2022, corrisponde un reddito medio di 32.000 euro per le donne ingegnere (pari al 55% del reddito medio degli uomini ). Le sperequazioni tra uomini e donne che operano nella libera professione nel campo dell’ingegneria si accentuano ovviamente se i dati sul reddito medio vengono disaggregati per classe d’età degli iscritti ad Inarcassa e per area geografica. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)