Fidèle e Louise. Louise e Fidèle, due nomi, due persone e una storia. La storia di una famiglia, della sua quotidianità, che per anni è stata sepolta dalla polvere del tempo e chiusa in una scatola fino a quando Ronny Borbey, durante il periodo della Pandemia, l’ha riaperta e accompagnata per mano lungo un viaggio di fine Ottocento che dall’ombra di Brissogne conduce al sole di Caltanissetta.
Ronny Borbey è laureato in Storia Medievale, docente di lettere, guida turistica, archivista ed è il sindaco di Charvensod, un Comune nella piana di Aosta di circa 2.500 abitanti e che lo scorso anno ha deciso di visitare Caltanissetta per vedere, toccare e sentire quei luoghi, quei paesaggi e quei colori che sono stati casa per Fidèle Bionaz durante il servizio militare per circa un anno, trasformandoli poi in parole e pagine di un romanzo che ripercorre la storia dei suoi trisavoli, Louise e Fidèle appunto, ricostruita grazie alle lettere che si scrivevano e conservate in quella scatola che a quattordici anni Ronny Borbey trova nella loro vecchia casa ormai disabitata, mentre è con suo nonno, conservata e poi ripresa durante il Covid.
Le lettere sono state scritte tra il 1895 e il 1898 quando Fidèle faceva parte del 73° Reggimento Fanteria, Compagnia che in quegli anni aveva sede tra Messina e Caltanissetta, e lascia la moglie Louise, il figlio piccolo e il Comune di Bressgne, dove viveva, per intraprende il Servizio Militare, dapprima al nord e poi in Sicilia.
“Sono stato a Caltanissetta e ho identificato i luoghi, le caserme dove era stato il mio trisavolo – dichiara Ronny Borbey, che, nel romanzo, colloca Fidèle all’interno della chiesa degli Angeli che, in quel periodo, era adibita a caserma –. Mi piaceva l’idea che ci fosse una sorta di continuità tra il suo paese e il luogo in cui alloggiava, anche perché la chiesa degli Angeli sorge a ridosso del Castello di Pietrarossa che ha una torre rotonda simile a quella che ha il Comune di Bressonio.”
Fidèle viene catapultato in un altro mondo con una geografica differente, che parla una lingua diversa dalla sua e dove quell’ombra, partorita dalle alte montagne, presente in diversi mesi d’inverno, viene illuminata dallo splendore del sole di Caltanissetta. Immagine che non richiama solo il titolo, ma anche le caratteristiche di entrambi i personaggi principali, dove Louise Marcoz è ombrosa, pessimista, malinconica, mentre Fidèle è curioso, solare, ottimista e anche nelle lettere, che lui scrive in italiano – Louise scriverà solo in francese –, non accenna mai di voler ritornare a casa ma emerge una volontà piena di vivere l’esperienza militare.
Edito da ElleGi, il romanzo è il frutto di un’intensa attività di ricerca costruita sulla base dei ritrovamenti all’interno della casa dei suoi trisavoli e dei giornali locali dell’epoca: “Quando sono entrato nella casa dei miei trisavoli per la prima volta è stato come se mi fossi addentrato in un altro mondo. Ho scoperto un tesoro. Dentro era intatta; c’erano gli oggetti nei cassetti, i vestiti, i libri, documenti, fotografie.”
I proventi del libro andranno in beneficenza, all’associazione valdostana “Tutti uniti per Ilenia” che quotidianamente aiuta persone malate o con disabilità. “Mi piace pensare che Louise e Fidèle, la loro normale quotidianità, potessero aiutare anche a distanza di anni chi è in difficoltà”.
Nelle lettere che si scambiano Louise e Fidèle si racconta di una quotidianità, di una crescita umana e personale, che si intrecciano con la Storia e che lasciano trasparire un messaggio universale dove il rispetto e l’amore resistono al tempo e dove si comprende che bisogna cogliere le opportunità che la vita regala, qualunque esse siano.
“Fidèle avrebbe potuto farsi riformare non essendo il primogenito – continua Ronny Borbey –, ma ha scelto di non farlo e ha continuato la sua esperienza arrivando in una città che non conosceva, piena di sole.”
Ed è lo stesso sole di Caltanissetta che illumina le scelte di Fidèle e al quale si appella ogni volta che prova sconforto.
E per Ronny Borbey, è stata Caltanissetta, città “autentica e che conserva il suo fascino”, a offrirgli la chiave di lettura per il suo romanzo d’esordio: “Stavo camminando dalla via centrale e vedevo in lontananza la facciata del Duomo. In quel momento l’ombra di San Sebastiano si proiettava sulla Cattedrale e quando sono arrivato lì ho visto il sole che illuminava la facciata e l’ombra che si stagliava sopra. Quell’immagine è diventata la sintesi di Louise e Fidèle.”
Louise e Fidèle. Fidèle e Louise, forme complementari che coesistono.
Un romanzo, quello di Ronny Borbey che non è solo la storia di una famiglia, di un amore mai perduto, ma è anche l’esempio di come si possa vivere in pieno ciò che la vita regala, in ogni momento, in ogni situazione, nonostante il negativo che circonda e andando oltre il tempo.