La CGIL di Caltanissetta aderisce e partecipa alla iniziativa promossa dagli studenti Domenica 6 Ottobre a Caltanissetta contro la siccità e alla iniziativa di Venerdì 11 Ottobre promossa dalla Rete degli Studenti Medi e dal Coordinamento di Caltanissetta” Friday for future “in occasione della manifestazione nazionale per la giustizia sociale e climatica e per dire No contro tutte le guerre.
Riteniamo importante e fondamentale stare accanto ai giovani del nostro territorio per provare a raccogliere insieme a loro una sfida che richiede un nuovo approccio e un chiaro cambiamento di rotta nei modelli economico, sociale e di sviluppo affinché non si disperdano le migliaia di giovani che da anni abbandonano la nostra Provincia per dare il loro prezioso contributo altrove.
Il cambiamento climatico è una realtà che sta già presentando a tutti un conto salatissimo e la siccità a esso collegato e la grave emergenza idrica di questi mesi consegnano un dato che parla di inadeguatezza del Governo Regionale nel gestire questa criticità ormai strutturata che può solo aggravarsi.
La siccità è uno dei motori della desertificazione e del degrado del territorio con gravi rischi irreversibili destinati a compromettere lo sviluppo sostenibile, il benessere della nostre comunità, la biodiversità e l’ambiente. Ciò richiede l’esigenza di mettere in atto strategie che contribuiscono a mitigare il rischio e gli effetti della siccità.
Le forti carenze del sistema idrico, dall’approvvigionamento alla distribuzione, sono note. Nella frammentarietà del sistema idrico e acquedottistico, con la coesistenza di ambito e sovrambito, negli anni di mancati interventi strutturali – dagli invasi alle reti idriche colabrodo, dalle dighe incomplete e invasi non collaudati alle strutture fatiscenti- e nella mancanza di piani efficaci per la messa in sicurezza degli approvvigionamenti per le aree più a rischio siccità (Caltanissetta, Enna e Agrigento), si individuano chiaramente le responsabilità politiche del governo regionale.
Una Regione che alterna gli annunci su nuovi e rinnovati dissalatori mentre non riesce a gestire i 29 invasi artificiali monitorati dall’Arpa per usi irrigui, civile o per produzione di energia elettrica. Ancora contraddizioni, segnale di inefficienza e inefficacia dell’azione politica
Non è un segreto che nel 2022 nell’isola si registrava una dispersione pari al 51,6 per cento, per un volume di 339,7 milioni di metri cubi di acqua sprecata (fonte Istat), con punte in alcuni territori che superano il 60 per cento, che dei circa 5 milioni di abitanti residenti, solo il 61 per cento è servito da un impianto di depurazione, nei Comuni capoluogo di provincia la percentuale sale al 71,5. Il 75 per cento degli impianti siciliani scarica in torrenti e fiumi, il restante 25 in mare.
Dei 463 impianti di trattamento delle acque reflue urbane, il 17 per cento risulta non attivo, mentre dei 388 attivi solo il 17,5 circa opera con autorizzazione allo scarico in corso di validità, a cui vanno aggiunti quelli che non hanno autorizzazione o ne hanno una scaduta o sono stati destinatari di decreti di diniego allo scarico.
E intanto una “cabina di regia” in assonanza politica col governo pensa a nuove perforazioni di pozzi, mentre è ancora forte l’eco dei 31 progetti di miglioramento del sistema irriguo finanziati nell’ambito del Pnrr per i consorzi di bonifica presentati dalla Regione e bocciati.
E’ necessaria una strategia che da una parte affronti l’emergenza e dall’altra ne elimini il carattere strutturale; la critica , la denuncia sono insufficienti se non portiamo avanti proposte rivendicazioni e grande senso e impegno civile .
Un cambiamento e un impegno che a Caltanissetta parte dai giovani , dalle loro associazioni che rivendicano il diritto di poter restare nella loro Provincia che può ambire ad essere il punto di riferimento sia rispetto alle nuove tecnologie legate alla transizione energetica sia in merito ai temi in difesa dell’ambiente e della salute.
Per questo è importante percorrere insieme ai giovani iniziative che parlino di sviluppo e prospettive chiare per il futuro e rivendicano una politica regionale che metta al centro le loro aspettative e la garanzia dei loro diritti.