Arriva in redazione una lettera da parte di una cittadina, la figlia della signora Eleonori, indirizzata al dott. Giovanni Mazzola, primario del reparto di Malattie Infettive dell’ASP 2 di Caltanissetta, dove emerge un profondo senso di gratitudine verso l’alta umanità e professionalità adoperati nella cura della signora Eleonori.
“Con la presente, io e mia madre, sig.ra Eleonori Maria, Vostra paziente da poco dimessa, desideriamo porgere a Lei e a tutto il suo staff i nostri più sentiti ringraziamenti per l’accurato trattamento medico ricevuto e, nel contempo, vorremmo anche condividere certe precise impressioni e dettagli del Vostro agire clinico che, nell’ insieme, ai nostri occhi, fanno del reparto ospedaliero da Lei diretto un contesto di cura eccellente.
Giorno per giorno, dall’11 al 24 settembre, abbiamo visto lei e il suo staff medico sostare a lungo, ogni mattina, dentro la stanza di degenza e dopo la consueta visita al letto, rimanere intorno al piccolo tavolo, normalmente destinato ai pasti, per visionare gli esiti di esami e test vari. Carte e fascicoli divenivano focus di attenzione condivisa, di confronto attivo; ma di tanto in tanto, un medico si allontanava dall’appoggio per tornare al letto della mamma e palpare qui e lì, immagino per verificare l’esattezza delle valutazioni cliniche per poi tornare in gruppo e aggiungere osservazioni.
Un rituale che si è ripetuto con calma, instancabilmente, tutte le mattine fin quando non si è deciso che al più presto la paziente avrebbe dovuto sottoporsi a una procedura endoscopica, un trattamento “importante” per una donna così avanti negli anni. Ho assistito alla disamina dei criteri clinici atti a stabilire l’appropriatezza del trattamento, cogliendo la complessità insita in quella decisione e l’enorme responsabilità che tutti Voi medici avete condiviso insieme e anche con noi.
Da quel momento, spett.le dott. Mazzola, il Vostro operato mi è sembrato ispirato da un famoso motto latino: FESTINA LENTE… affrettati lentamente! Se da una parte il ritmo del Vostro agire è cambiato, subendo un’accelerazione interna, cosicché in fretta sono state espletate tutte le procedure buricratico-amministrative indispensabili alla programmazione e all’espletamento della procedura (solo in seguito, a cose fatte, abbiamo compreso che anche un giorno in più avrebbe potuto essere per mamma fatale); dall’altra parte, però, c’è stata una strana calma, una decelerazione, che a noi arrivava nei termini di “sappiamo quel che si deve fare, ci sono le condizioni (cliniche) per farlo e quindi lo faremo”. Insomma
FESTINA LENTE … affrettiamoci lentamente!
Tutto è andato come si sperava e a noi non resta che ringraziarvi non solo per quello che avete fatto, ma anche e soprattutto per come l’avete fatto.
Io e mamma siamo convinte che il Vostro agire professionale non sia frutto del caso né mero riflesso del giuramento d’Ippocrate, bensì l’esito di una precisa scelta di gestione della malattia e del malato improntata all’umanizzazione della cura e perseguita attraverso un atteggiamento di fiducia reciproca tra gli operatori sanitari che, per sorte o per scelta, si trovano a condividere stabilmente un contesto lavorativo. Crediamo
anche che la regia in un tale buon agire sanitario sia da riconoscere al Primario, dott. Giovanni Mazzola, al quale va il nostro primo sentito ringraziamento, a cui segue pari riconoscenza nei confronti di tutti gli altri
medici, infermieri e operatori socio-sanitari.
Cordialmente
La figlia della sig.ra Eleonori”