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Caltanissetta. Centro Studi Cammarata, il 25 ottobre nella cripta della Cattedrale presentazione del volume “Domus Specialis”

Venerdì,  25 ottobre 2024, alle ore 18:00, nella cripta della cattedrale di Caltanissetta, verrà presentato il volume “Domus Specialis. Chiese madri nella diocesi di Caltanissetta”, promosso dal Centro Studi Cammarata e stampato dalla casa editrice Lussografica. Dopo i saluti di mons. Gaetano Cananella, introdurrà l’incontro Luigi Bontà, curatore del volume, e sarà il prof. Raffaele Manduca, docente di storia Moderna presso l’università di Messina, a curarne la presentazione.  

 Il volume, frutto di una ricerca storica a più mani sulle diciotto chiese madri del nisseno, risponde a una serie di motivazioni tra cui la ricorrenza dei 180 anni dall’istituzione canonica della diocesi di Caltanissetta (1844-2024) e vuole offrire un aggiornato strumento di approfondimento sull’argomento, fornendo un insieme di messe a punto e di chiavi di lettura del fenomeno stesso i cui risvolti sono anche di carattere sociale, economico e politico. Non a caso, il direttore del Centro Studi Cammarata, don Massimo Naro, rileva come «“la chiesa Madre” è stata per lungo tempo parte integrante della vita comunitaria e sociale, come una sorta di “fontana del villaggio”, per usare un’espressione suggestiva di papa Giovanni XXIII. Le vicende di vario tenore, che costituiscono la sua storia, rappresentano un capitolo fondamentale della storia della Chiesa locale».  

Il lavoro è corredato da un ricco apparato fotografico – proposto da Lillo Miccichè – che accompagna i saggi, densi di nuove informazioni e notizie, e coronato da uno studio architettonico sulle facciate delle chiese Madri realizzato dall’architetto Giuseppe Giugno.

La ricerca sulla chiesa Madre di Caltanissetta, dal 1844 cattedrale della nostra diocesi, è stata compiuta dalla professoressa Rosanna Zaffuto Rovello, autrice di numerose opere fondamentali per conoscere la storia di Caltanissetta. Il suo saggio, “La casa di Dio e la porta del cielo: la cattedrale Santa Maria La Nova”, ripercorre i quattrocento anni dalla sua apertura al culto, mettendo in luce i numerosi legami che intercorrono tra lo spazio sacro e la committenza della fabbrica, dell’arredo liturgico e degli apparati decorativi, e le vicende socio-politiche che hanno attraversato la città.

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