Simposi, tavole rotonde e letture magistrali. Ricca e molto partecipata la seconda giornata del congresso Cardiacto a Palermo. Si è parlato di scompenso cardiaco e approccio al paziente, di istologia non invasiva e meno rischio aritmico nelle cardiopatie, di strategie moderne alla cardiomiopatia ipertrofica con il dottore Franco Cecchi.
La platea ha dimostrato grande attenzione anche durante la lezione sulla terapia della morte improvvisa a cura del professore Carlo Pappone (nella foto), ordinario dell’Università Vita-Salute San Raffaele e responsabile dell’Unità Operativa di Aritmologia Clinica e del Laboratorio di Elettrofisiologia del Policlinico San Donato.
«Ogni anno in Italia 60 mila persone muoiono
improvvisamente- spiega il professore Pappone- quindi è diventato assolutamente
necessario scoprire le persone che sono a rischio di morte improvvisa. Oggi
abbiamo tanti strumenti, oltre a quelli convenzionali l’elettrocardiogramma e
l’ecocardiogramma, c’è la genetica e adesso la disponibilità di biomarker,
ovvero di proteine che troviamo nel sangue, che possono prevedere che un
paziente può avere la morte improvvisa. Questo molto probabilmente allungherà
la vita delle persone. Le nuove frontiere le abbiamo discusse oggi e, grazie a
questo congresso, la gente diventa sempre più consapevole e capace di conoscere
il suo destino. Una volta il destino di una persona si scopriva dai racconti
dei nonni e dei genitori perché quello che è accaduto ad un membro della
famiglia accadrà ancora nei suoi discendenti. La tecnologia, combinata ai
racconti, oggi è fondamentale».