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Siccità in Sicilia, Lo Giudice(ScN): “Crisi idrica prevista, ma Regione in ritardo nella gestione”

Redazione 3

Siccità in Sicilia, Lo Giudice(ScN): “Crisi idrica prevista, ma Regione in ritardo nella gestione”

Sab, 28/09/2024 - 14:54

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“La crisi idrica in Sicilia, ampiamente prevista già nel 2022 con un drammatico crollo delle piogge, ha raggiunto il suo apice nel 2024, come ampiamente preannunciato dai report regionali e nazionali. Nonostante ciò, il governo regionale guidato da Schifani ha dimostrato gravi ritardi e inefficienze nella gestione della situazione, una mancanza di visione che ha aggravato le difficoltà per la popolazione e l’agricoltura”. Lo dice in una nota il coordinatore regionale di Sud chiama Nord, Danilo Lo Giudice “Il report sulla siccità del 2023, prodotto dalla Regione Siciliana, aveva già evidenziato prospettive critiche per il 2024. Tuttavia, solo nell’aprile 2024 – aggiunge – è stata avanzata la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, arrivata a maggio, con l’estate alle porte. La delibera regionale dell’11 marzo 2024 aveva dichiarato lo stato di emergenza per sei province siciliane, ma senza risorse adeguate o deroghe sufficienti. Il governo nazionale, con l’ordinanza della Protezione Civile del 19 maggio 2024 ha conferito a Schifani poteri straordinari, assegnando 20 milioni di euro. Tuttavia, nessuna delle deroghe previste è stata utilizzata e i sindaci non sono stati nominati soggetti attuatori. Ho letto ieri le dichiarazioni di Salvo Cocina, ingegnere capo della Protezione Civile e coordinatore della cabina di regia, che invita i sindaci a essere solerti nell’individuare nuovi pozzi. Ma Cocina sa davvero quali sono i tempi ordinari a cui i sindaci sono costretti a sottostare? La gestione dell’emergenza idrica in Sicilia è da annoverare tra i fallimenti del governo Schifani”. “In Sicilia – conclude – è in corso un’emergenza che coinvolge circa 1 milione di persone, con un piano di razionamento dell’acqua avviato a marzo e che interessa 93 Comuni nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Palermo e Trapani. In nessun’altra parte della Sicilia però, si è assistito a un simile sciacallaggio politico come quello visto a Messina, dove figure in cerca di visibilità, come la senatrice Dafne Musolino, continuano ad agire in modo divisivo, evitando il confronto con il sindaco Federico Basile e, ancor di più, con Cateno De Luca, suo precedente mentore”.

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