Dal Vallone

Mussomeli, monumento Fratres ed il suo artista Phil Kay : ”La goccia che salva la vita”

L’artista Phil Kay col Presidente Nazionale e i Gruppi Fratres presenti

MUSSOMELI – Inaugurato il monumento dedicato ai donatori di sangue “Fratres di Mussomeli”, contenti e omaggiati i donatori Fratres, rimane adesso la domanda sull’artista autodidatta Phil Kay: Ma chi è questo artista – scultore che ha lavorato sodo per la sua opera, prima pensata e poi condivisa con i committenti (la dirigenza del Gruppo Fratres di Mussomeli)? Ed è proprio lui, l’innamorato della musica rock che, talvolta, nella sua quotidianità lavorativa, chitarra in mano, in una mangiata di minuti di pausa per sorseggiare un caffè o per qualche breve divagazione, si concede l’esecuzione di qualche pezzo rock preferito. Chi l’avrebbe detto che quella cava di pietra paterna con quel rumore assordante dei macchinari, frequentata fin da piccolo, lo avrebbe indirizzato verso quella attività su cui, oggi, esplode la sua estrosa creatività? E così, il suo estro, la sua voglia di fare, il suo mettersi in discussione gli ha fatto varcare sentieri verso l’arte, acciuffato per i capelli, verso cui ha profuso e profonde le sue migliori energie. ”Casa e putìa”, diremmo, in gergo mussomelese, per presentarlo ai suoi estimatori e descrivere il suo mondo che profuma di famiglia e di arte. Filippo, sposo di Geppina Sorce e papà di Giovanni, con le sue molteplici realizzazioni, ha riempito il suo nutrito curriculum che evidenzia il suo spessore nel campo artistico. Attivo e creativo concretizza le sue opere con le sue operose mani che riescono a dare un’anima, un volto e soprattutto, come in quest’ultima fatica artistica, “un cuore, una mano e la croce”, segni emblematici per i donatori di sangue “Fratres”. Una peculiarità questa che l’ha selezionato fra i partecipanti del concorso indetto dal Gruppo Fratres di Mussomeli, di cui è presidente Vincenzo Sorce. “L’abbraccio che salva la vita”, “la goccia che salva la vita”, così l’artista ha definito la sua opera artistica, apprezzata da tutti i presenti all’inaugurazione. Fra le tante opere realizzate ci piace ricordare “Il tabernacolo monumentale” della parrocchia San Giuseppe di Villabate. Così ha scritto di lui Nick Ciaramita: “Ha un carattere combattivo e molto spesso raggiunge quanto desiderato; ha una grande capacità di adattamento, gode di stima e ammirazione, possiede una venerazione per tutto ciò che è nuovo ed è dotato di un grandissimo entusiasmo. È disinteressato, generoso e tiene in gran conto il bene degli altri”. Insomma, di Phil Kay parlano le sue opere, le sue notti insonni e soprattutto il suo sorriso.

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