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Crisi idrica a Caltanissetta. L’Unione nazionale Consumatori promuove Class Action per revisione contratti e riduzione tariffe

CALTANISSETTA. La crisi idrica in Città sta facendo registrare disagi senza precedenti. E allora ecco che l’Unione Nazionale Consumatori, per il tramite dell’avv. Fabrizio Colasberna, ha deciso di scendere in campo per far valere le ragioni dei consumatori che, in questa vicenda, sono senza ombra di dubbio, i più danneggiati.

In questo senso, in un comunicato lo stesso avv. Colasberna ha annunciato l’avvio di una class action. Nella nota viene rilevato: “La crisi idrica continua a mordere la Città di Caltanissetta ed altri comuni limitrofi della Regione. Tantissimi devono rifornirsi alle fontane pubbliche o per mezzo di autobotti perché in casa l’acqua manca per molte giorni.

Ciò, creando anche disappunto e denunce fra i cittadini per il semplice fatto che magari un condominio viene servito prima rispetto a un altro. Altri, incluso chi d’acqua ne usa tanta per lavoro, sono costretti ad attrezzarsi con autobotti e autoclavi, accollandosene gli oneri, a partire dall’energia elettrica per farle funzionare. Tale situazione, già denunciata dalla scrivente associazione tempo fa, sta arrecando notevoli disagi alla collettività”.

Pertanto, “L’ Unione nazionale consumatori al fianco dei cittadini, consumatori e utenti, promuoverà una class action mirata a ottenere la revisione dei contratti idrici e la riduzione delle tariffe (a partire dalla città di Caltanissetta) a fronte della mancata, parziale o discontinua erogazione del servizio.

In Italia c’è un precedente, in riva allo stretto, nella città di Reggio: ai tempi di Italo Falcomatà, proprio su impulso dell’ Unc, il Comune dimezzò il canone idrico per l’inadeguatezza del servizio offerto. Nel 2018 quando l’arrivo dell’acqua del Menta era prospettato come la soluzione all’antica “sete” di Reggio, l’Unione nazionale consumatori presentò un esposto in Procura, i cui consulenti tecnici accertarono che a fronte di un fabbisogno medio quotidiano da 340 litri a cittadino, ne venivano immessi in rete 662. Ma i rubinetti non se ne sono mai accorti poiché, come sta avvenendo oggi nella nostra realtà, circa il 70% veniva disperso nella rete a causa della scarsa e carente manutenzione ordinaria e straordinaria, a causa di una inadeguatezza della pianificazione che viene fatta e delle infrastrutture obsolete.

Quello che ci chiediamo oggi è: cosa è stato fatto da “Caltaqua – Acque di Caltanissetta S.p.A.” e “Siciliacque S.p.A.”, ciascuno per quanto di propria competenza, sino ad oggi per ovviare a tutti questi inconvenienti?!

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