(Adnkronos) – “Nel 2021 ho scoperto di avere un tumore all’ovaio al penultimo stadio e una doppia neoplasia ai linfonodi del collo. A causarla il Papilloma virus. Non solo, durante i miei 60 giorni di ricovero all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, sono venuta a conoscenza di avere una mutazione genetica Brca1. Sono seguiti tre interventi e numerose terapie. Oggi racconto la mia storia ma in tante non sanno a quale centro diagnostico terapeutico possono rivolgersi. L’informazione è importantissima. La non conoscenza, il non sapere, ti portano a non agire, a non fare prevenzione. Mentre sappiamo benissimo che la prevenzione è tutto”. Lo ha detto Petra De Zanet, presidente ACTO (Alleanza Contro il Tumore Ovarico Ets) Triveneto, intervenendo oggi all’incontro “Tumore ovarico in Veneto: cambiamo rotta”, confronto tra clinici, istituzioni e pazienti sull’importanza della personalizzazione della cura del tumore ovarico e dei test genetici per la prevenzione dei tumori eredo-familiari, che si è tenuto oggi a Silea (Treviso).
“Così come è fondamentale fare i test genetici. Se io avessi saputo prima di avere una mutazione che mi ha trasmesso la mia famiglia, forse non mi sarei trovata in questa situazione” spiega De Zanet. Poi sull’alleanza associazioni pazienti, medici ginecologi, oncologi e istituzioni “è molto importante perché ci aiuta a regalare vita a tutte le donne con questa neoplasia”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)