Cronaca

Una preghiera laica per Biagio (del prof. Tonino Calà)

“Non ci sono parole, vivo il mio dolore nel silenzio, mi sembra incredibile, non può essere vero!”. Queste sono alcune frasi che mi vengono in mente quando un conoscente, un amico o un parente ancora giovane lascia prematuramente questa terra a causa di una malattia. So che la morte ci “livella” tutti, come avrebbe detto il grande comico Totò, consapevole del comune destino degli uomini, anche se lui era famoso, ricco e con il titolo nobiliare. Non è facile da accettare la morte prematura di giovani uomini che hanno lasciato un segno positivo del loro passaggio su questa terra. Non ci sono parole per la morte prematura delle brave persone, come lo era Biagio Ippolito. Per chi crede si può anche dire una preghiera rivolta al creatore. Anche chi non crede può dire una preghiera laica di conforto per i famigliari, ricordando con affetto chi non è più tra noi. La morte mi fa umile, piccolo essere umano in questo universo sterminato che mi sovrasta. La morte piega il mio ego e mi fa scomparire perché non è facile accettare la morte degli altri che stimi e ai quali hai voluto bene! Lo debbo dire: morendo Biagio è morta una parte di me, qualcosa di sofferto si è manifestato dentro di me ed ha causato il dolore di una perdita, una profonda ferita. Ho imparato a sapere soffrire bene, ho imparato a perdere pezzi di me, della mia storia personale, della mia biografia. Spesso, usiamo la nostra scrittura, i nostri pensieri e le nostre parole per potere esprimere la nostra profonda compassione, nel tentativo di alleviare la nostra sofferenza indicibile con la terapia della narrazione scritta. Con molta sincerità, mi curvo nel mio triste dolore e prego, una preghiera laica per Biagio.

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