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Trecento visitatori all’alba alla Valle dei Templi seguendo i grandi jazzisti italiani

Redazione 1

Trecento visitatori all’alba alla Valle dei Templi seguendo i grandi jazzisti italiani

Gio, 08/08/2024 - 23:08

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In epoca classica, i templi seguivano sempre l’orientamento del sole. E anche stanotte, alla Valle dei Templi di Agrigento, si è attesa l’aurora che ha illuminato di rosa la Via Sacra. Circa 300 spettatori sono entrati nella Valle immersa nella notte e hanno seguito una speciale visita guidata con i musicisti che apparivano come fantasmi ora tra le colonne del Tempio di Giunone, ora lungo le antiche mura, ora sotto un ulivo centenario per ritrovarsi dinanzi al maestoso Tempio della Concordia al nascere del sole.

E non erano musicisti qualunque, ma il meglio del jazz italiano: il sax di Max Ionata ha accarezzato l’altare di Giunone e introdotto al Parco addormentato; scendendo la scalinata, al Giardino dei Giusti, la cantante partenopea Marina Bruno ha letto i versi che Kostantinos Kavafis ha dedicato a Itaca e al viaggio per mare; la tromba di Flavio Boltro ha discusso con la potenza scenografica della grande Akragas, per fermarsi sotto un ulivo e passare il testimone allo struggente contrabbasso di Enzo Pietropaoli.

Gran finale a Concordia con i quattro musicisti impegnati in un programma prezioso che ha percorso il Mediterraneo, schiacciato l’occhio alla canzone popolare siciliana e reso omaggio al sito archeologico protetto dall’Unesco. “La Valle dei Templi è unica, sono tanti anni che suoniamo, in tutto il mondo, ma è un’esperienza che resterà finché campiamo. Creare altra bellezza in tanta bellezza sembrava quasi impossibile, noi ci abbiamo provato” sorridono i musicisti.

E’ una delle ultime tappe di un nuovo format di CoopCulture: Invenzioni a tre voci, ha debuttato al Castello di Miramare e dopo aver toccato diversi siti archeologici, è approdato ad Agrigento; domani, secondo capitolo siciliano tra i templi di Selinunte, poi domenica (11 agosto) torna a Ostia Antica e chiude il 31 agosto a Ercolano. “È un progetto che permette di narrare l’archeologia attraverso la musica e viceversa – spiega Leonardo Guarnieri di CoopCulture – un modo per attraversare la bellezza italiana”.