Il tempo effettivo, il Var ‘a chiamata’ per le squadre, un contatto radio tra tecnico in panchina e capitano in campo. Sono le novità che il calcio italiano vorrebbe introdurre in via sperimentale, come spiega Gabriele Gravina, presidente della Figc. In un calcio spezzettato, con partite che durano 50′ effettivi sui 90 regolamentari e con recuperi maxi di 10 minuti, si avverte l’esigenza di cambiare il copione. Per questo, la Figc ha chiesto all’Ifab la “possibilità di testare il tempo effettivo di gioco: questo consentirebbe di rispondere ad una esigenza sempre più avvertita da tutti. Tutte le partite devono avere una durata reale, oggi non può essere garantita né attuata dal recupero deciso discrezionalmente dall’arbitro”.
“Sul tempo effettivo c’è molta sensibilità, è un tema condiviso da più parti con un buon livello di convincimento da parte delle istituzioni che dovranno valutare. I tempi dipenderanno dall’Ifab -prosegue il n.1 della Federcalcio-, ci aspettiamo una risposta in tempi rapidi: la disponibilità c’è”. “Sui tempi andranno fatte valutazioni tecniche più complessive, i tempi medi oggi sono poco più del 50% dei 90 minuti, a volte anche un po’ meno coi tempi di recupero. Il tempo effettivo rende equa la competizione: non ci possiamo più permettere che a fine campionato ci siano squadre che hanno disputato fino a due gare in meno rispetto ad altre”, afferma Gravina. Non solo possibili test sul tempo effettivo, la Figc si propone all’Ifab per altre due novità ad oggi mai autorizzate dall’International Football Association Board: l’upgrade del protocollo Var, con un sistema ‘a chiamata’ già adottato da molti altri sport, e un sistema di comunicazione elettronica tra allenatore e capitano durante la gara.
“Il 21 agosto -spiega Gravina- ho scritto all’Ifab per dare la disponibilità dell’Italia, della nostra Federazione, a sperimentare alcune innovazioni: la prima riguarda la possibilità di sperimentare l’upgrade del protocollo Var prevedendo un numero limitato con possibilità per i capitani di chiamare l’on field review. La ragione richiede nell’opportunità di rendere più trasparente e puntuale la revisione video in alcuni episodi ritenuti particolarmente controversi dai protagonisti in campo”. “Poi vorremmo sperimentare un idoneo sistema di comunicazione elettronico tra il capitano e l’allenatore nel pieno rispetto di tutte le ovvie garanzie di sicurezza e tutela dell’incolumità fisica dei calciatori. Un canale dedicato permetterebbe un maggior confronto e facilitare la comunicazione tra allenatore e calciatori in campo per ovviare a criticità legate alle caratteristiche fisiche dell’impianto”, prosegue il n.1 Figc. E non finisce qui. “Un’altra richiesta è la possibilità che l’arbitro, microfonato, dopo una decisione Var possa spiegare al pubblico le motivazioni, questa soluzione potrebbe già essere introdotta da subito nel campionato di A ed eventualmente di B. Abbiamo inoltre chiesto di sperimentare una nuova regola in base alla quale il portiere che perde tempo nel riprendere il gioco sia sanzionato con una rimessa dalla linea laterale all’altezza del dischetto del rigore per la squadra avversaria”. Infine, “il football video support nei campionati italiani di Serie C, durante la regular season, la Serie A femminile professionistica e i campionati dilettantistici, mi riferisco alla Serie D. E’ la possibilità di chiedere un challenger col video e non col Var da parte delle squadre come sperimentato nel calcio a 5. E’ l’arbitro stesso che deve andare a guardare il monitor”. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)