Per rendere ancora più incisivo il contrasto al “caporalato”, l’Arma dei Carabinieri ha recentemente ultimato una campagna di accertamenti sul territorio nazionale, mediante squadre ispettive composte da carabinieri dei reparti territoriali (Stazioni, Tenenze e Compagnie) e personale specializzato del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro.
La campagna si inserisce in una più ampia strategia di contrasto al fenomeno del caporalato, che vede l’Arma in stretta sinergia con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro in attuazione delle direttive del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Questi alcuni dei risultati emersi: 958 le aziende controllate, di cui 507 irregolari (52,92%); 4960 le posizioni lavorative verificate, di cui 1268 irregolari (di queste, 346 erano lavoratori “in nero”); 29 i minori, di cui 9 impiegati “in nero”; 145 provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale emessi (il 15,13% delle 958 aziende ispezionate), di cui 75 per “lavoro nero”, 41 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e, in 29 casi, per entrambe le ipotesi; 144 provvedimenti di diffida irrogati ed 848 prescrizioni amministrative elevate ai sensi del D. Lgs. 758/1994.
Per quanto concerne il contrasto alle condotte penalmente rilevanti, sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria complessivamente 486 persone, resesi responsabili di violazioni del Testo Unico sull’immigrazione, della normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di altre fattispecie penali. Infine, sono state elevate sanzioni e ammende per oltre 4.900.000,00 Euro e sequestrati 3 furgoni per il trasporto di braccianti agricoli nei campi.