Il famoso cambiamento climatico sta modificando la disponibilità di risorse idriche e di conseguenza anche il nostro stile di vita, mettendo anche in evidenza il nostro fragile sistema idrico.
Sul discorso siccità, gli esperti hanno dato risposte a questo fenomeno.
Ma una cosa è la siccità, altra cosa è la scarsità.
Le condizione di fragilità strutturale del sistema idrico siciliano è sotto gli occhi di tutti.
I sistemi di approvvigionamento e distribuzione dell’acqua, fanno, scuserete il bisticcio linguistico, acqua da tutte le parti.
Invasi, dighe, condotte mal ridotte, da ultimare, da bonificare o, in alcuni casi da rifare, sono sotto gli occhi di tutti.
Se per la siccità conosciamo bene i responsabili, inquinamento ed altro, anche per la scarsità, si conosco bene i responsabili.
Anni ed anni di scellerate scelte politiche privatistiche che, sulla carta, avrebbero dovuto migliorare la situazione, ma che invece hanno portato i siciliani alla sete.
Era innanzitutto necessaria una pianificazione di interventi strutturali sul volti all’aumento dei sistemi di approvvigionamento, di conservazione e distribuzione.
Anni ed anni trascorsi lasciando che le cose andassero da sole.
Pochi interventi, spesso tampone, ma mai nell’ottica di una possibile via d’uscita dalla crisi.
Paesi molto più caldi e secchi di noi, hanno, grazie ad una politica lungimirante, risolto il problema.
Senza andare a scomodare i ricchi paesi arabi, basta guardare cosa succede nella vicina Malta, un’isola che normalmente ha 350.000 abitanti, ma che per ben 8 mesi l’anno raddoppia la sua popolazione per arrivare, in piena estate, a 1,5 Milioni circa.
Rinomato Stato a trazione turistica, basa la sua economia sul turismo, e senza acqua il turismo non si può fare.
Malta vanta una lunga esperienza di opere di dissalazione, in quanto l’acqua dolce rappresenta solo il 3% delle risorse idriche totali.
La dissalazione dell’acqua di mare consente di rimuovere il sale dall’acqua di mare, rendendola potabile.
Esistono diversi metodi per dissalare l’acqua di mare, ma il metodo più comune è l’osmosi inversa.
Una delle principali criticità è il costo elevato per l’energia, ma viene integrato con fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, riducendo la dipendenza dalle fonti di energia fossili.
Il cambiamento climatico richiederà misure estreme per prevenire la scarsità di acqua potabile, e l’utilizzo di dissalatori viene considerato una possibile soluzione.
Malta deve rappresentare un modello da seguire soprattutto per la nostra regione, non è sicuramente un caso che dal 1982 affrontata la scarsità di acqua attraverso la desalinizzazione, insieme ad un programma di gestione e riparazione delle perdite idriche.
L’energia necessaria per produrre 1 metro cubo di acqua dolce dall’acqua di mare si è ridotta a 2,8 kilowattora, rispetto ai 6 kilowattora di dieci anni fa.
La dissalazione dell’acqua di mare rappresenta una delle soluzioni tecnologiche più promettenti per affrontare la crisi idrica e garantire l’accesso all’acqua in modo sostenibile.
Nonostante ci siano alcune criticità, come il costo elevato e l’impatto ambientale, l’utilizzo dei dissalatori può contribuire significativamente alla riduzione della dipendenza dalle fonti di acqua dolce e alla promozione di pratiche sostenibili nella gestione delle risorse idriche.
Paesi come Malta rappresentano un esempio positivo da seguire, poiché hanno già adottato la dissalazione dell’acqua di mare come soluzione efficace per affrontare la scarsità di acqua potabile.
Con un approccio responsabile e sostenibile, la dissalazione dell’acqua di mare può diventare una risorsa preziosa per garantire l’accesso all’acqua potabile per tutti e avvicinarci ad una vera transizione ecologica.
I nostri politici siciliani, che sicuramente saranno a conoscenza di come Malta e molti paesi arabi, hanno da tempo affrontato il problema, avranno la capacità e soprattutto a volontà di affrancare il popolo siciliano dalla sete ? Ad Maiora