Al termine di una complessa indagine della Polizia di Stato, avviata dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale di Milano e che ha interessato, nel tempo, tutto il territorio nazionale con numerose perquisizioni informatiche, gli investigatori della Polizia Postale di Brescia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno perquisito 8 soggetti sospettati di aver scaricato e condiviso foto e video pedopornografici.
L’attività è scaturita dall’analisi di una serie di segnalazioni pervenute, nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia, al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, molteplici connessioni internet, riferibili a utenze italiane, utilizzate per scambiare materiale pedopornografico attraverso una nota piattaforma di messaggistica. Per sfuggire ai controlli delle Autorità, gli utenti si erano registrati al social con false generalità e adottando particolari accorgimenti tecnici per rimanere anonimi sulla rete.
Tali espedienti non sono tuttavia bastati a ostacolare il lavoro degli investigatori, che grazie all’incrocio delle tracce informatiche acquisite dal collaterale estero con quelle rilevate durante le indagini sono riusciti a identificare le persone coinvolte. In un caso, che ha visto coinvolto un cinquantacinquenne bresciano, oltre a numerosi riscontri circa i reati oggetto di indagine, gli operanti hanno anche rinvenuto un’ingente quantità di materiale pedopornografico, con bambini anche piccolissimi, conservato nella galleria dello smartphone a lui in uso e in uno spazio cloud.
L’uomo, da ritenersi innocente fino a sentenza definitiva, è stato quindi arrestato e i dispositivi informatici e il cloud sequestrati saranno sottoposti ad analisi forense volta a meglio delineare la condotta illecita e a identificare le piccole vittime, sia in Italia che all’estero.