San Cataldo

San Cataldo. Incendio del Bosco Gabara. Angelo La Rosa: “Un disastro che ci ferisce nel profondo del cuore ma che non ci piega”

SAN CATALDO. La valorizzazione del sito geo minerario di contrada Gabara ha avuto negli anni in Angelo La Rosa uno dei suoi alfieri più attivi e propositivi. Grazie alla sua instancabile attività è riuscito ad elevare il sito ad eccellenza. Ora questo incendio che, tuttavia, non poteva lasciarlo indifferente. Pubblichiamo una nota contenuta in un post sulla sua pagina di Facebook nel quale il geologo sancataldese esprime le sue emozioni a proposito dell’incendio avvenuto a Gabara e sul valore che questo sito ha per la comunità sancataldese.

“Era il 3 marzo del 1893 quando Saverio Mangione, alla tenera età di 11 anni, perse la vita nella pancia della Persico. Aveva iniziato da pochi giorni a fare il caruso in quella zolfara di GABARA. L’oro del diavolo lo aveva divorato, come fece con i tanti carusi delle zolfare di questa puttanissima terra di Sicilia,bella all’inverosimile seppur devastata da tante contraddizioni.

Recuperare allora la memoria antropologica nascosta tra i brandelli di ciò che rimaneva di questi luoghi, era come ridare dignità a quanti avevano avuto negata l’infanzia sin dalla tenera età, come Peppe, quando scese per la prima volta alla Trabia a soli sette anni. Era come portare luce laddove il buio veniva appena sfiorato dalla sola tremula sanguigna fiammella di una vecchia lampada ad acetilene.

Il giallo dello zolfo è dominato oggi tristemente dal grigio della cenere, che una mano, con determinazione o forse con imbecillità, ha cercato di spargere per cancellare il sacrificio e l’amore di quanti ci siamo spesi per far rivivere una lunga storia umana sepolta dall’ignavia.

Vedere oggi divorate dal fuoco i segni del difficile recupero della memoria é come continuare a non avere rispetto dei tanti picconieri e carusi, che con le loro spalle fecero grande la Sicilia gialla.

Ma paga il conto anche quel bosco tanto amato dai sancataldesi e non solo e la fauna stanziale. Forse per un bel po’ di tempo non sentiremo il martellare del picchio rosso o il verso della poiana, ma ricordiamoci sempre, e lo ricordo soprattutto a quella mano scellerata, che la forza della natura è tale da far nascere un fiore anche da un albero rinsecchito dal fuoco.

Un affettuoso grazie a quanti si sono già spesi per questo ambizioso progetto di recupero della memoria, avviato sin dall’aprile del 2015 con l’amministrazione Modaffari, e mi riferisco alle donne e uomini della forestale, ai dirigenti dell’azienda forestale e dell’ ispettorato forestale, del distretto minerario, della soprintendenza ai beni culturali e a tutti quegli artigiani, imprenditori e artisti, ivi compresa la BCC Toniolo e San Michele.

Ma un grazie speciale lo dobbiamo rivolgere oggi ai vigili del fuoco e agli uomini dell’antincendio dell’ispettorato forestale e a quanti, a vario titolo, si sono prodigati a ridurre al minimo i danni provocati dalle fiamme. Un disastro che ci ferisce sicuramente nel profondo del cuore  ma che non ci piega. Faremo il possibile perché quel fiore rinasca da quell’albero rinsecchito”.

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